
TEHERAN, IRAN – Nella sua prima conferenza stampa dopo l’insediamento, il nuovo presidente iraniano Hassan Rohani ha espresso la disponibilità di Teheran ad intavolare negoziati bilaterali diretti con gli Stati Uniti sulla questione del nucleare della Repubblica islamica sospettato di finalità militari. Ma solo a patto che Washington metta da parte sanzioni e minacce di guerra.
L’apertura condizionata, piu’ esplicita di altre analoghe venute in passato da Teheran e in contrasto con l’ultratrentennale ostilità nutrita per il ”Grande satana”, e’ venuta mentre da Roma il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha appoggiato il neo-presidente dicendosi d’accordo col lui sul fatto che ”non è sulla base di un ultimatum, ma con le trattative, che si fanno passi avanti” sul tema del nucleare. In una gremita sala stampa presidenziale a Teheran, due giorni dopo il giuramento di inizio mandato, Rohani ha detto che ”non avremo nessun problema a sederci e parlare direttamente” con ”chi mostra buona volontà ed è preparato a impegnarsi in negoziati” in cui ”venga assicurato il nostro interesse nazionale”: qualunque sia la controparte, potete dire addirittura gli Stati Uniti”, ha detto.
”Se gli americani vogliono seriamente negoziare” e ”non cercano il linguaggio della pressione e delle minacce”, ha insistito, ”la via e’ aperta”. Fra le condizioni poste del presidente iraniano c’e’ fra l’altro l’abbandono di qualsiasi inconfessabile finalità dettata da lobby ebraiche negli Usa (la cosiddetta ”agenda segreta”) ed il ”reciproco rispetto” anche dell’ ”innegabile diritto” all’arricchimento dell’ uranio. Circa i negoziati multilaterali già in corso senza risultati da quasi un anno e mezzo con le potenze del gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia piu’ la Germania), Rohani ha annunciato che Teheran e’ pronta a incontri “seri e di sostanza” e ha sottolineato di essere “molto fiducioso” sul fatto che “se la controparte e’ pronta come lo siamo noi, le preoccupazioni della comunità internazionale ”saranno rimosse” in ”un periodo che non sara’ molto lungo”.
Anche in questo caso una soluzione può essere individuata “solo attraverso colloqui e non minacce”. Un nuovo incontro con l’Iran ”più presto possibile” e’ stato auspicato dal capo della diplomazia Ue e coordinatrice del 5+1, Catherine Ashton, in un messaggio di congratulazioni per l’insediamento di Rohani. Mosca ha prospettato anche un orizzonte temporale, precisando di ritenere necessario un nuovo round di negoziati ”entro meta’ settembre”. Dopo la ministeriale italo-russa svoltasi a Roma, Lavrov ha sottolineato che è’ possibile “eliminare le preoccupazioni internazionali” e al contempo “evitare forme di pressione”: “in questo quadro – ha detto ancora riferendosi a Lapo Pistelli – siamo felici di sapere della sua visita a Teheran per promuovere contatti”.
