TEL AVIV – Nella nuova fiammata di tensione tra Hamas e Israele lungo il confine della Striscia di Gaza: a Rafah, a ridosso della linea di demarcazione, una donna palestinese di 50 anni è stata uccisa nell’ultima risposta dell’esercito israeliano ai ripetuti colpi di mortaio piovuti anche oggi, giovedì 5 maggio, dalla Striscia sui soldati a caccia di tunnel.
L’allarme resta dunque alto, anche se molti fonti indicano la mancanza di volontà da entrambe le parti di impegnarsi in un conflitto sul modello dell’estate del 2014. Resta il fatto che oggi Israele ha scoperto un secondo tunnel diretto verso il suo territorio nel sud di Gaza: una galleria sotterranea, ha fatto sapere il portavoce militare, “costruita da Hamas con l’obiettivo di infiltrarsi in Israele e compiere attacchi terroristici contro le comunità del sud del Paese”.
In questa caccia che Israele ha intensificato negli ultimi giorni hanno contribuito, ha spiegato sempre il portavoce militare israeliano, le informazioni raccolte da un palestinese di 29 anni arrestato all’inizio di aprile dopo che era entrato in Israele armato di due coltelli. “L’operativo di Hamas ha fornito all’intelligence israeliana informazioni dettagliate sulla ubicazione di diversi tunnel e anche su loro metodi di costruzione e di come Hamas utilizzi a questo scopo case private e edifici pubblici”. Secondo l’uomo i tunnel includono zone di ristoro, docce e sale da pranzo per i membri delle unità di élite impegnate nelle operazioni.
Queste rivelazioni hanno dunque cambiato la strategia dell’esercito nella caccia ai tunnel della fazione islamica. Già la notte scorsa, dopo gli ennesimi colpi di mortaio, l’aviazione israeliana ha colpito “quattro postazioni del terrore” nel nord della Striscia. Poi, a metà giornata si sono intensificati i colpi di mortaio e anche un razzo è caduto sul valico di Sufah nel sud della Striscia. Subito dopo è partita la reazione israeliana con l’attacco a postazioni ad est della città di Rafah e in quest’ultimo episodio fonti palestinesi hanno annunciato la morte di una donna e anche alcuni feriti.
Hamas ha accusato Israele di essere responsabile dell’escalation: il portavoce dell’organizzazione Moussa Abu Marzouk dal Cairo ha imputato quanto accaduto ai confini est della Striscia “a un tentativo di Israele di mettere in atto fatti compiuti sul terreno per 150 metri oltre la barriera di confine. Questo è ciò che ha spinto i nostri uomini a ingaggiare questo scontro. Per impedire ai loro bulldozer di continuare nel loro operato”.
Marzouk in mattinata aveva anche dato notizia di una intesa tra le parti, mediata dall’Egitto, raggiunta dopo gli episodi di ieri. Ma Israele ha fatto sapere che quella mediazione “non esiste”. Al Haia ha comunque insistito che si cercando una nuova mediazione, grazie agli sforzi di Egitto, Qatar, Usa e anche Onu. Israele ha ribadito che sin dal 3 maggio scorso “Hamas ha ripetutamente sparato e lanciato colpi di mortaio e razzi contro i soldati israeliani impegnati in attività operative di difesa nell’adiacenze della barriera di sicurezza con la Striscia”.
Il problema resta dunque quello dei tunnel: un nodo che rischia di far avvitare la situazione al di là delle volontà delle parti. E non un caso che il premier Benjamin Netanyahu abbia spostato a venerdì mattina un consiglio di sicurezza previsto in un primo tempo questo pomeriggio. L’obiettivo sembra quello di dare tempo al tempo.