Israele ha reagito duramente alla notizia di un mandato di cattura per crimini di guerra emesso da un tribunale britannico contro l’ex ministro degli Esteri Tzipi Livni.
«La situazione è intollerabile», ha detto l’ambasciatore israeliano a Londra, Ron Prosor, in una dichiarazione alla radio dell’esercito. «Sono convinto che il governo britannico comprenderà che è tempo di reagire e non si accontenterà di semplici dichiarazioni».
La notizia è formalmente smentita dal ministero degli Esteri israeliano al quale non risulta alcun ordine di cattura: lo staff della Livni precisa inoltre che la visita a Londra era stata annullata già da due settimane fa a causa di un altro impegno.
La voce non è nuova. Di un mandato di cattura della Gran Bretagna si era parlato nei mesi scorsi per il ministro della Difesa, Ehud Barak, anche in quel caso senza conferme. Vero è che il rapporto sull’offensiva a Gaza “Piombo fuso” realizzato per conto dell’Onu dalla commissione guidata dal giudice sudafricano Richard Goldtsone ha avanzato ipotesi di crimini di guerra e contro l’umanità per il governo israeliano e Hamas.
