La scelta, più che discutibile, del premier Benjamin Netanyahu di deportare 400 bambini, figli di lavoratori immigrati regolari e nati in Israele, non ĆØ stata apprezzata neanche dalla moglie, Sara Netanyahu, che al ministro dell’Interno Ely Yishai, leader dell’ultraconservatore Shas, ha scritto: “Mi appello come madre di due giovani ragazzi e come psicologa dal profondo del mio cuore affinchĆ© venga consentito alla stragrande maggioranza dei 400 bambini di restare in Israele”.
Se dapprima il governo di Israele ha incoraggiato circa 200 mila immigranti del sud-est asiatico, principalmente Cina ed Africa, a trasferirsi a lavorare al posto dei palestinesi, ora che l’esecutivo ha stimato la nascita di circa 1.200 bambini dagli immigranti ha deciso di espellerne 400, concedendo la residenza in Israele solo a quei bambini che vi abbiano trascorso almeno 5 anni e che parlano l’ebraico, mentre gli altri torneranno nei paesi d’origine dei genitori.
