GERUSALEMME, 21 GIU – Contatti segreti diretti sono in corso tra Israele e Turchia per chiudere la grave crisi diplomatica nei rapporti bilaterali, secondo il quotidiano Haaretz di oggi, mentre il premier Benyamin Netanyahu ha inviato un messaggio amichevole al collega turco Tayyip Erdogan.
Secondo quanto hanno riferito i media locali nella lettera Netanyahu si e'congratulato con Erdogan per la vittoria nelle scorse elezioni e ha espresso il desiderio ''di ristabilire l'amicizia e la cooperazione che hanno distinto le relazioni tra i nostri due popoli per tanto tempo'' e di cercare una soluzione alle controversie tra i due paesi''.
Secondo Haaretz, che cita fonti turche e Usa, ad avvicinare i due governi contribuirebbe la sanguinosa repressione delle manifestazioni contro il regime in Siria, che potrebbe avere ripercussioni da ambedue temute. In Israele le fonti ufficiali non hanno voluto commentare le affermazioni del giornale, stando al quale i contatti sono condotti da un diplomatico israeliano e dal sottosegretario del ministero degli esteri turco Feridun Sinirlioglu che e' ritenuto un convinto sostenitore di una riconciliazione con Israele. I rapporti israelo-turchi avevano conosciuto a partire dai primi anni novanta, per decisione turca, una svolta favorevole, raggiungendo entro pochi anni un livello di stretta cooperazione strategica, per Israele di vitale importanza.
Le relazioni si erano raffreddate dopo l'attacco israeliano contro Hamas a Gaza, a fine dicembre 2009, furiosamente condannato dal premier turco Tayyip Erdogan. Avevano rasentato la rottura dopo l'uccisione, il 31 maggio 2010, di nove cittadini turchi durante l'arrembaggio della marina militare alla nave turca Mavi Marmara che, assieme ad altri battelli di attivisti filopalestinesi, intendeva forzare il blocco navale imposto da Israele alla striscia di Gaza. Passati tentativi diplomatici a Ginevra di chiudere la crisi, non avevano avuto successo, apparentemente per il rifiuto di Israele di scusarsi per l' uccisione degli attivisti turchi. Condizione, questa, oltre al versamento di indennizzi alle famiglie degli uccisi, sulla quale la Turchia finora insiste. Commissioni di inchiesta sulla vicenda condotte separatamente in Turchia e in Israele hanno sostenuto le ragioni dei rispettivi paesi mentre ai primi di luglio e' atteso il rapporto della commissione dell' Onu che, a quanto pare, critichera' ambedue gli stati.
Secondo Allon Liel, un ex diplomatico con un'intima conoscenza della relazioni israelo-turche, ''la crisi in Siria preoccupa molto Ankara, oltre che Gerusalemme, spingendola percio' a cercare di ristabilire una dialogo con Israele nel quadro di una politica volta a evitare problemi con i paesi vicini, certamente con piu' di uno''. ''La decisione turca – dice all' Ansa – di non inviare la Mavi Marmara alla costituenda flottiglia internazionale (che il mese prossimo dovrebbe di nuovo cercare di forzare il blocco di Gaza) e' sicuramente un segnale molto positivo''. Israele, che e' isolato nella regione, ha ripetutamente segnalato, anche recentemente, il desiderio di chiudere la crisi con la Turchia, anche se non si illude di un ritorno alle strette relazioni del passato. Un desiderio rafforzato dalle incognite sul futuro dei rapporti con l' Egitto in seguito alla caduta del presidente Hosni Mubarak
