
Joe Biden, il figlio Hunter e gli affari all'estero sotto inchiesta del congresso Usa FOTO ANSA
I presunti affari conclusi all’estero da Hunter Biden, figlio del presidente USA Joe Biden, finiscono sotto inchiesta al Congresso. Secondo quanto riferisce il Washington Examiner, Darrell Issa membro della Camera dei Rappresentanti per lo Stato della California, ha riferito che i parlamentari del Partito Repubblicano non stanno aspettando la nomina di un procuratore speciale. Inoltre sembra abbiano una copia del laptop che si ritiene appartenesse al figlio del presidente Biden.
Il figlio di Joe Biden e il laptop
“Nel frattempo, stiamo indagando. Abbiamo il laptop”, ha detto il repubblicano della California al Sunday Morning Futures di Fox News. Definendolo un “tesoro” prima di entrare nel merito di alcuni dei presunti affari già di dominio pubblico e delle lotte di Hunter Biden con la tossicodipendenza. I dettagli sugli affari e sulla vita personale di Hunter Biden sono emersi sui media grazie alle copie di un laptop e di un disco rigido. L’FBI ha preso possesso dell’hardware dopo che il proprietario, ritenuto essere Biden, lo ha lasciato per alcune riparazioni nell’aprile 2019 e non è più tornato a ritirarlo.
Gli affari di Hunter Biden, compresi i rapporti d’affari legati a paesi come Ucraina, Cina e Russia, sono al vaglio di un’indagine penale federale. Non ha mai negato pubblicamente che il laptop appartenesse a lui, ma ha insistito sul fatto che è “sicuro al 100%” che sarà scagionato da qualsiasi illecito. Mentre i repubblicani alla Camera si preparano a un’indagine a tutto campo – se prenderanno il controllo della Camera dopo le elezioni di metà mandato di quest’anno – decine di colleghi del GOP stanno facendo pressioni sul Dipartimento di Giustizia per nominare un consulente legale speciale.
Il conflitto di interessi
Hanno espresso preoccupazione per un conflitto di interessi “che potrebbe impedire un’indagine equa e imparziale sulle sue attività”, secondo una recente lettera al procuratore generale Merrick Garland. Issa, ha già inviato degli avvisi di mantenimento dei documenti in preparazione di un’indagine su eventuali tentativi di eliminare la copertura delle notizie riguardanti il laptop di Biden alla vigilia delle elezioni del 2020. Nel frattempo, il deputato Matt Gaetz, repubblicano della Florida, sta lavorando per inserire il contenuto del laptop nella documentazione del Congresso.
Secondo un report, a un testimone del gran giurì federale è stato chiesto di identificare il famigerato “pezzo grosso” menzionato nelle conversazioni riguardanti un affare cinese che coinvolge Biden. La domanda è stata posta dopo che al testimone, non è stato identificato, è stata mostrata una prova davanti al gran giurì, con sede a Wilmington, nel Delaware, come ha riferito una fonte al New York Post. La risposta non è stata riportata, anche se alcuni hanno affermato che il “pezzo grosso” sarebbe il presidente Joe Biden, sollevando l’ipotesi che possa essere coinvolto in un’indagine penale federale. Finora, la Casa Bianca ha ribadito con fermezza che il presidente non è coinvolto e che Hunter Biden, 52 anni, non ha commesso alcun reato.