Il partito nazionalista di opposizione Ata Zhurt ha ottenuto una inattesa vittoria alle elezioni di domenica scorsa in Kirghizistan, indette per evitare al piccolo ma strategico paese dell’Asia centrale un nuovo governo autoritario.
Ata Zhurt, considerato vicino all’ex presidente Kurmanbek Bakiev, deposto dopo la sanguinosa insurrezione dell’aprile scorso, è risultato il più votato tra i cinque partiti che hanno ottenuto seggi in parlamento.
Secondo i risultati ufficiali resi noti oggi, Ata Zhurt ottiene 28 dei 120 seggi del parlamento monocamerale. Al partito socialdemocratico, vicino al governo ad interim, vanno 26 seggi.
Ar Namys, l’opposizione filo-russa guidata dall’ex premier Felix Koulov, ottiene 25 deputati; Respublika, una nuova formazione politica, 23; e il partito filo-governativo Ata Meken – grande favorito della vigilia – solo 18.
Per formare un nuovo governo sarà dunque necessario creare una coalizione, al momento difficile da immaginare. Il leader di Ata Zhurt, Kamchybek Takiev, ministro dell’ultimo governo Bakiev, ha annunciato di voler collaborare con la presidente ad interim Rosa Otunbaieva, che però si è detta ”in stato di choc” per la vittoria del partito nazionalista.
Otunbaieva ha assunto il potere lo scorso aprile, con un mandato fino al 31 dicembre 2011, dopo l’insurrezione che ha deposto Bakiev, ora esiliato in Bielorussia, seguita da violenti scontri interetnici fra kirghizi e uzbeki che hanno fatto tra 400 e 2.000 morti, secondo le fonti.
Nel giugno scorso, il governo ad interim ha indetto un referendum costituzionale, poi approvato, che ha soppresso la repubblica presidenziale creando una repubblica parlamentare in questo Paese di soli 5,3 milioni di abitanti, povero ma strategicamente importante, che ospita sul proprio territorio basi militari russe e americane. Le elezioni si sono svolte senza violenze e con irregolarità minori, secondo i numerosi osservatori occidentali.
