Sembra essersi sbloccata la crisi politica che da quattro mesi paralizza il Libano: nella notte tra il 6 e il 7 novembre, i partiti di opposizione tra cui gli Hezbollah filo-siriani, avrebbero accettato di aderire a un governo di unità nazionale proposto dal premier designato Saad al-Hariri.
«La proposta di un governo di unità nazionale è stata finalmente accolta», ha detto all’agenzia Reuters una autorevole fonte dell’opposizione. Il premier designato, secondo la fonte, verrà informato della decisione nella giornata di oggi 7 novembre e un nuovo governo potrebbe essere costituito nel giro di un paio di giorni.
Saad Hariri, figlio del premier Rafik Hariri ucciso quattro anni fa in un attentato sul lungomare di Beirut, è stato stato incaricato di formare un nuovo esecutivo quattro mesi fa e, tra alti e bassi, i negoziati per un governo di unità nazionale sembravano non doversi concludere mai.
Dopo una fase di ottimismo, il 22 ottobre scorso tutto sembrava essere tornato in forse, quando il leader cristiano dell’opposizione, Michel Aoun, era tornato ad avanzare richieste già respinte da Hariri e dai suoi alleati. Forte di 27 deputati su 128 totali, Aoun aveva rivendicato sei ministeri, comprese le Telecomunicazioni, dei 30 che dovrebbero comporre il prossimo esecutivo.
Non è ancora chiaro se e come il problema sia stato superato. Durante tutta la fase della trattativa, la maggioranza capeggiata da Hariri ha addossato la responsabilità del mancato accordo all’opposizione, accusata di lavorare per conto dell’Iran e della Siria. L’opposizione, invece, ha sempre sostenuto che era invece la maggioranza a seguire i dettami dell’Arabia Saudita e degli Stati Uniti, i paesi sponsor del premier incaricato e contrari alla presenza nel governo di Hezbollah.
Secondo fonti politiche a Beirut, il nuovo esecutivo comprenderà 30 ministri, dei quali 15 saranno espressione della maggioranza, 10 dell’opposizione, tra cui due di Hezbollah, e cinque di nomina presidenziale. Ziad Baroud e Raya Hassan, titolari uscenti degli Interni e della Difesa, saranno verosimilmente riconfermati dal capo dello stato, Michel Suleiman. Al presidente del parlamento Nabih Berri, il principale alleato di Hezbollah, secondo le fonti dovrebbe essere affidata la scelta del nuovo ministro degli esteri.
Giunge da Hezbollah la conferma che tra i partiti di opposizione libanesi e il premier designato Saad al-Hariri è stato raggiunto un accordo per la formazione di un governo di unità nazionale al quale parteciperà il movimento sciita (filo-siriano). Lo si legge in un comunicato diffuso nella notte dallo stesso Hezbollah. L’accordo segna così una svolta dopo cinque mesi di difficili trattative che hanno tenuto il Paese paralizzato. “I partecipanti alla riunione si sono messi d’accordo sulla formazione di un governo di unità nazionale conforme alle regole approvate durante i negoziati”, si legge nel comunicato di Hezbollah.
