LONDRA – ”Abbiamo sbagliato a sostenere i dittatori”: in Kuwait, mentre al Libia brucia, il primo ministro britannico David Cameron ha fatto mea culpa per quelli che ha definito decenni di ”diplomazia delle truppe cammellate” in appoggio a ”regimi strettamente controllati” per mantenere la stabilità in Medioriente.
Criticato in patria per essersi portato al seguito otto pilastri dell’industria britannica delle armi, il premier britannico ha detto che il suo paese si è reso colpevole di ”pregiudizi che sfiorano il razzismo” per aver giudicato i musulmani incapaci di convivere in democrazia. Parlando davanti al parlamento kuwaitiano, Cameron ha fatto appello a scegliere le riforme, ”non la repressione” e ha evocato ”un’occasione preziosa per la regione” in cui ”stanno emergendo aspirazioni che erano latenti”.