BRUXELLES, 22 AGO – La Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja attende Saif Al-Islam Gheddafi, il figlio del rais arrestato domenica a Tripoli dalle forze ribelli ed anche lo stesso colonnello, se catturato, dovrebbe finire davanti ai giudici.
Il procuratore della Corte, Luis Moreno Ocampo, il 27 giugno scorso, dopo un’inchiesta aperta su richiesta del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, aveva spiccato un mandato di cattura per crimini contro l’umanità non solo contro Muammar Gheddafi, ma anche contro Saif Al-Islam, 39 anni, considerato di fatto una sorta di primo ministro del regime, e contro il capo dei servizi segreti libici Abdullah Al-Senussi, 62 anni, cognato del colonnello.
La Corte e le forze libiche di transizione stanno discutendo il trasferimento del figlio di Gheddafi, ma fino ad ora non ci sono ”informazioni chiare” su quando potrebbe arrivare all’Aja, ha detto il portavoce della Cpi, Fadi El-Abdallah. Lo stesso procuratore Ocampo, che aveva confermato l’arresto del figlio del rais, ha fatto sapere di essere in contatto con le autorità del Consiglio nazionale di transizione.
Le conversazioni, si legge in una nota, definiranno il modo di procedere, ”compreso la possibilità di arrestare e consegnare all’Aja i tre individui accusati di aver commesso crimini”. Le autorità libiche, fa rilevare la Cpi, hanno l’obbligo di cooperare pienamente con la Corte penale internazionale per attuare i mandati di arresto in conformita’ della risoluzione 1970 adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Ma la responsabilità di eseguire gli arresti spetta agli Stati e quindi sono le autorita’ libiche – in questo caso il Cnt – che devono fare i passi operativi per poi consentire ai giudici internazionali di portare alla sbarra all’Aja non solo Saif Al-Islam, ma anche lo stesso colonnello Muammar Gheddafi e il suo capo dei servizi segreti. Nei mesi scorsi, dopo l’ordine di cattura, per il rais si era parlato anche di un possibile esilio presso uno dei paesi ‘amici’ dallo Zimbabwe all’Uganda, dal Ciad al Sudan fino al Nicaragua.
Oggi l’ipotesi sembra tramontata. Un richiamo alla consegna all’Aja di Gheddafi, di suo figlio e del capo dei servizi segreti, una volta catturati, è arrivato anche dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Alcuni ribelli non avevano escluso invece la possibilità di giudicare il trio in Libia.
