ROMA, 18 LUG – La battaglia per Brega e' entrata in una nuova fase. Dopo settimane di attacchi, gli insorti annunciano di avere preso il controllo quasi totale della citta' petrolifera, sebbene qualche unita' dell'esercito libico vi rimanga ancora barricata, mentre sul piano diplomatico la Russia punta i piedi e critica il riconoscimento da parte della comunita' internazionale del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) di Bengasi.
Il primo ministro libico ricorda intanto che Muammar Gheddafi ''non ha alcun potere esecutivo'' in Libia, perche' ''dopo il 1977 ha lasciato il potere nelle mani del popolo'' e ''il suo ruolo attuale e' quello di Guida'', aggiungendo che le discussioni in vista di una soluzione politica alla crisi potrebbero svolgersi senza il Colonnello.
Gli insorti da parte loro fanno sapere di essere pronti a festeggiare la cacciata delle forze di Gheddafi da Brega che riparano verso ovest su Ras Lanuf. Il bilancio delle vittime parla di una ventina di morti fra entrambi gli schieramenti e di un centinaia di feriti.
I ribelli incontrano poca resistenza malgrado la presenza in alcuni quartieri di Brega di qualche sacca di forze lealiste. A frenare la loro avanzata e' la presenza di mine. ''Le strade e tutto intorno alla citta' sono piene di ordigni antiuomo – denuncia Shamsiddin Abdulmolah, portavoce degli insorti – e circa 150, duecento soldati sono assiepati nelle zona industriale con i viveri che diminuiscono di ora in ora.
''I loro rifornimenti stanno finendo e loro non possono nemmeno chiudere occhio, spero abbiano il buon senso di prevenire un bagno di sangue'', aggiunge il portavoce precisando che in questi giorni gli insorti ''hanno subito un vero e proprio martellamento da parte dell'artiglieria di Gheddafi, ''bombardati anche coi missili sparati dal villaggio di Bishr a circa 20 km di distanza'', un'altra localita' che i ribelli sperano che ''si arrenda presto''.
La battaglia per Brega, citta', a circa 750 km a est dalla capitale Tripoli, porto cruciale per l'export di petrolio – con una raffineria e un impianto chimico – si protrae da febbraio scorso, dall'inizio del conflitto libico, conquistata e persa dai ribelli diverse volte. Parallelamente va avanti l'avanzata degli insorti a ovest che ha come obiettivo Tripoli, dove il Colonnello rimane asserragliato.
La diplomazia intanto e' a un punto fermo dopo che il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ammonisce che il riconoscimento del Consiglio nazionale di transizione da parte dei Paesi occidentali ''cio' equivale a schierarsi con una parte in una guerra civile''. Il capo della diplomazia russa afferma inoltre che la posizione di Mosca e' contraria al riconoscimento del Cnt come autorita' legittima di governo, come hanno fatto gli Stati Uniti, ribadendo che Mosca non accogliera' Gheddafi.
E immediata arriva la replica da Bruxelles con i ministri degli esteri della Ue che definiscono il Cnt ''un legittimo interlocutore politico'', riconoscendo al Consiglio ''un ruolo essenziale'' e di essere il ''rappresentante delle aspirazioni del popolo libico, anche nel processo di transizione''.
