TRIPOLI, LIBIA – Documenti trovati a Tripoli negli uffici abbandonati dell’ex-capo dello spionaggio libico, Moussa Koussa, sembrano fornire nuovi dettagli sulle strette relazioni tra la Cia e i servizi di intelligence libici, suggerendo in particolare che gli americani hanno inviato in Libia almeno otto volte sospetti terroristi perchè fossero interrogati nonostante fosse noto che in quel Paese si praticava la tortura, a quanto riferisce il New York Times.
Sebbene fosse noto che l’intelligence occidentale cominciò a collaborare con quella libica dopo che nel 2004 Tripoli abbandonò il suo programma per la costruzione di armi non convenzionali, i documenti trovati dopo la caduta di Tripoli per mano dei ribelli indicano che questa collaborazione, con la Cia ma anche con l’MI5, suo equivalente britannico, è stata molto più vasta di quanto non si sapesse finora.
I documenti, scoperti da giornalisti e membri di Human Rights Watch, sono scritti in inglese e contenuti in almeno tre raccoglitori, uno contrassegnato CIA e gli altri due MI5. Altri documenti sono scritti i arabo. Il Nyt informa che non è stato possibile verificare l’autenticità dei documenti, nessuno dei quali scritti su carta intestata. Ma rileva che alcuni di essi fanno specifico riferimento alla Cia con dettagli che sembrano confermare quel che si sa sul programma ”rendition”, attuato dall’amministrazione di George W. Bush, ovvero il trasferimento dagli Stati Uniti in altri Paesi, come appunto la Libia, di sospetti terroristi per essere interrogati.
Una portavoce della Cia, Jennifer Youngblood, non ha rilasciato dichiarazioni sui documenti ritrovati. Ma ha detto: ”Non può certo essere una sorpresa che la Cia collabori con governi stranieri al fine di proteggere il nostro Paese dal terrorismo”. I britannici sono stati ancora più ermetici: il Foreign Office ha laconicamente ribadito che ”da lunga data la politica del governo è di non fare commenti riguardanti i servizi di intelligence”. Secondo i documenti, la maggior parte del programma rendition è stato gestito dagli americani, e almeno uno dai britannici.
”Lo scopo principale del programma rendition – ha detto Peter Bouckaert, direttore per le emergenze di Human Right Watch, che ha esaminato i documenti a Tripoli – era di consegnare elementi collegati ad Al Qaeda a Paesi terzi dove potessero essere interrogati sotto tortura”. I documenti riguardano le attività del progrqamma rendition svolte dal 2002 al 2007, ed in particolare nel 2003 e 2004, quando Koussa era il capo dello spionaggio libico.
In un documento contenuto nel raccoglitore targato CIA si legge che gli addetti potevano ”consegnarvi Shaykh Musa, come è stato fatto recentemente con altri importanti membri del L.I.F.G.”, ovvero il Gruppo Combattente Islamico Libico, che aveva l’obiettivo di rovesciare il regime del colonnello Muammar Gheddafi ma che secondo gli americani era collegato ad Al Qaeda.
