E’ stato raggiunto l’ ”accordo di liberazione e residenza in cambio di lavoro” per i circa 250 rifugiati eritrei rinchiusi nel carcere libico di Brak nei pressi di Seba, nel sud della Libia. Lo ha dichiarato il ministro della Pubblica Sicurezza Libico, Gen. Younis Al Obeidi, secondo quanto riferiscono fonti locali dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Iom).
Tale accordo, firmato con il Ministero del Lavoro libico, consentirà agli eritrei rinchiusi a Brak, di uscire in cambio di ”lavoro socialmente utile in diverse shabie (comuni) della Libia”.
Secondo la Jana, agenzia di stampa libica, sono 140 gli eritrei di Braq che hanno gia’ riempito i documenti con i quali accettano la proposta del governo libico di ”lavoro socialmente utile in cambio della liberazione”. Nel Centro per Migranti di Misurata (il primo nel quale erano stati portati i rifugiati eritrei, poi prelevati la mattina del 30 giugno per essere trasferiti a Braq), sono rimasti 32 uomini, 12 donne e 8 bambini eritrei. Insieme a loro si trovano oggi nel Centro, che in precedenza era destinato ad accogliere solo eritrei, anche immigrati nigeriani e somali.
