ROMA, 26 AGO – ''Gli ultimi momenti di Gheddafi dimostrano la crudeltà e la violenza del regime''. A dirlo il presidente del Consiglio nazionale di transizione Mustafa Abdel Jalil, che, in un'intervista alla Stampa, condanna il rapimento dei quattro giornalisti italiani, chiede ''di accettare il Cnt come legittimo rappresentante del popolo'' e assicura che in Libia ''non si ripeterà quello che è accaduto in Iraq con 'Oil For Food'''.
Sulla possibilità che Gheddafi abbia a disposizione un arsenale chimico, osserva che ''le armi che erano di fatto presenti quando ero ancora parte del regime, oggi sono scadute, ma non sono state ancora trovate''.
Il leader del Cnt ribadisce che il Colonnello deve essere processato dai tribunali libici ''per tutti i crimini che ha commesso in questi quarantadue anni, e solo dopo potrà essere consegnato al Tribunale internazionale dell'Aja''.
Jalil annuncia di non avere un futuro nella nuova Libia: ''Chiudo con l'aver traghettato il mio popolo verso la libertà''. Un futuro potrebbe invece esserci per ''alcuni personaggi del regime, soprattutto se non si sono macchiati le mani di sangue. Jalloud – sottolinea – non è uno di questi, perché ha fatto parte di quei militari golpisti che portarono il primo settembre di quarantadue anni fa Gheddafi al potere''.
Nell'intervista, l'ex ministro della Giustizia spiega che la Libia ha ancora bisogno degli aiuti umanitari. Le riserve di cibo e medicinali che sono state ritrovate ''non sappiamo neppure se sono state analizzate le date di scadenza'', e per questo ''aspettiamo fiduciosi la solidarietà internazionale''.
