ROMA – Sarebbero circa ”35mila” i mercenari assoldati da Muammar Gheddafi contro la rivolta popolare in corso in Libia. A riferirlo sono alcuni oppositori riunitisi oggi davanti all’Ambasciata libica a Roma per protestare contro la repressione del colonnello e il silenzio del governo italiano e dell’Ue.
”A Tripoli e a Bengasi si spara continuamente, Gheddafi ha comprato 35 mila immigrati provenienti dal centro Africa che non parlano neanche l’arabo per ammazzare il popolo libico a casa sua”, ha spiegato Bilal, uno dei manifestanti che da qualche ora cerca di contattare la moglie, italiana, che attualmente si trova a Tripoli, senza successo.
”Noi vogliamo stare solo tranquilli, se non rintraccio mia moglie farò di tutto per andare a Tripoli”, ha affermato il manifestante, secondo cui il popolo libico ”vuole solo la verità perché negli ultimi 40 anni il paese è stato sulle spalle solo dei giovani mentre i proventi del petrolio sono andati solo a Gheddafi e al suo clan”.
Diversi i manifestanti preoccupati per la chiusura del traffico telefonico constatato questa mattina. Farak Bougrara ha spiegato che ad allarmare i circa ”50 libici presenti a Roma” è soprattutto il massacro ”ordinato da Gheddafi contro il suo popolo”. Tuttavia il leader ”è solo, chiuso nella sua caserma. L’est della Libia è ormai fuori dal suo controllo”.
Secondo il manifestante in Libia, a differenza che in Egitto e in Tunisia ”l’esercito è disarmato, quelli che governano sono solo bande agli ordini di Gheddafi. In Libia nessuno ha le armi e le manifestazione pro-regime di questi giorni sono opera dei comitati rivoluzionari che ora fanno di tutto per proteggersi”, ha aggiunto Bougrara sottolineando che la rivolta della Libia ”non è iniziata adesso, ma è in corso dal 1976 e chi ha protestato è stato costretto a fuggire o è stato perseguitato”.
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