ROMA – In Libia il fronte risolutivo è quello di Sirte, sulla cui sorte ci sono due versioni contrastanti: i ribelli hanno dichiarato di averla riconquistata, con l’intera zona petrolifera in Cirenaica e dicono di puntare ora verso Tripoli. Opposta la versione delle truppe governative che sostengono come l’avanzata degli insorti sia stata fermata dalle forze pro-Gheddafi all’uscita da Ben Jawad, situata a 140 chilometri dalla città di Sirte.
Questa versione sarebbe però stata anche confernata da due egiornalisti, uno della France Presse e uno della Reuters. Ieri, 27 marzo, i ribelli hanno preso il controllo di Ben Jawad e Ras Lanuf, aiutati anche dai raid aerei della coalizione internazionale. Oggi, però, sono stati fermati sulla strada verso Sirte dai pick-up degli uomini del rais.
Intanto la coalizione internazionale ha bombardato Sebha, a circa 750 chilometri a sud di Tripoli: la città rappresenta il luogo di origine della tribù Kadhadfa, di cui fa parte anche il colonnello Muammar Gheddafi. “Le forze crociate hanno bombardato all’alba i quartieri residenziali di Sebha, provocando danni ad alcune abitazioni e facendo numerose vittime”, ha riferito l’agenzia ufficiale Jana.
Il ministero degli Esteri libico ha annunciato l’entrata in vigore del cessate il fuoco, ma solo dopo la conquista di Misurata, in Tripolitania, da parte delle forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi. Le brigate del rais hanno ripreso a bombardare Misurata e nuove operazioni militari avrebbero preso il via proprio nelle ultime ore.
Secondo fonti dei ribelli, le forze del colonnello hanno preso di mira il centro della città con colpi di mortaio e razzi. Sempre secondo gli insorti i militari userebbero civili come scudi umani, per evitare di essere colpiti nei raid aerei alleati. Secondo le ultime notizie, Misurata sarebbe in parte nelle mani dei lealisti.
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