MOSCA – Stop all’invio di truppe turche in Libia, un cessate il fuoco sotto la supervisione della Russia e delle Nazioni Unite, il ritiro delle reciproche milizie nelle caserme e una soluzione politica. Sono alcuni dei punti dell’accordo che sarebbe stato raggiunto a Mosca tra il premier libico Fayez al Sarraj e il generale Khalifa Haftar, secondo quanto anticipato da Al Arabiya. Ma solo il primo ha firmato la tregua, mentre il secondo ha chiesto più tempo per studiare la bozza.
Secondo quanto riferito ad Al Arabiya dal capo dell’Alto consiglio di Stato, Khaled al Mishri, il premier del Governo di accordo nazionale (Gna) di Tripoli ha rifiutato il colloquio diretto con l’uomo forte della Cirenaica e che accetta di negoziare solo con “russi e turchi”.
I colloqui di Mosca sul cessate il fuoco il Libia hanno registrato dei “progressi” ma il generale Haftar ha chiesto più tempo, ha spiegato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, in conferenza stampa. Le delegazioni dei due avversari che si contendono la Libia non si sono incontrate.
Sempre secondo le fonti di al Arabiya, in base all’accordo, alcune milizie armate dovrebbero deporre le armi; i compiti e i poteri politici saranno distribuiti tra il governo di Accordo nazionale di Sarraj (Tripoli) da una parte e il parlamento libico (Tobruk) e il comando delle forze di Haftar dall’altra. Il sedicente Esercito nazionale libico (Lna) di Haftar, prosegue al Arabiya, avrà come compito più importante quello di combattere il terrorismo, in seguito in coordinamento con Sarraj. Sempre all’Lna verrà affidato il controllo della sicurezza dei pozzi petroliferi e del gas, mentre i porti marittimi e terrestri saranno soggetti a una supervisione internazionale.
L’incontro tra i due era programmato per la giornata di oggi. La sottolineatura di “vincolante” e “firmato” è di rilievo vista la dichiarazione congiunta su un cessate il fuoco e altre intese che fu ‘concordata’ ma non firmata da Sarraj e Haftar il 25 luglio 2017 a Celle Saint-Cloud, nei pressi di Parigi, in un tentativo, poi naufragato, di mediazione del presidente francese Emmanuel Macron.
All’incontro a Mosca hanno presenziato, per la Russia, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov e il ministro della Difesa Serghei Shoigu, mentre per la Turchia gli omologhi Mevlut Cavusoglu e Hulusi Akar (accompagnato dal capo dell’intelligence, Hakan Fidan). Al tavolo anche le delegazioni libiche che fanno capo a Sarraj e Haftar, ma il capo del Governo di accordo nazionale libico Sarraj ha respinto con decisione la proposta di incontrare il comandante dell’Esercito Haftar. Lo ha spiegato il capo dell’Alto consiglio di Stato, Khaled al Mishri: “Abbiamo rifiutato di incontrare Haftar, i colloqui di Mosca sono tenuti con Turchia e Russia”, ha sottolineato Al Mishri.
Di “colloqui positivi” a Mosca ha parlato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha incontrato il premier italiano Giuseppe Conte. “Mi auguro che si arrivi al più presto al cessate il fuoco permanente ” in Libia, ha detto Erdogan, mentre Conte ha precisato: “Il cessate il fuoco può risultare una misura molto precaria se non inserito in uno sforzo della comunità internazionale per garantire stabilità alla Libia. E per questo abbiamo condiviso la opportunità che si acceleri il processo di Berlino”. L’Italia sostiene per la Libia il “percorso già disegnato sotto egida Onu. L’Ue a Berlino avrà un grande ruolo ma anche Turchia e Russia lo avranno”, ha chiarito Conte. (Fonti: Ansa, Al Arabiya)