Mentre la Bp si prepara a chiudere definitivamente il pozzo petrolifero nel Golfo del Messico, il presidente Usa Barack Obama annuncia che si recherà venerdì in Lousiana, una quarantina di giorni dopo l’esplosione che ha distrutto la piattaforma Deepwater Horizon provocando una marea nera tra le più grandi della storia.
La scelta di Obama non è casuale: da un lato sono apparsi i primi sondaggi critici nei suoi confronti, dall’altro il presidente sarà di nuovo in loco per la seconda volta in meno di un mese in un momento cruciale, cioé quando verosimilmente si saprà se la chiusura del pozzo è riuscita.
L’intervento, della durata prevista di una decina di ore, è in calendario mercoledì mattina (nel pomeriggio in Italia), e secondo il Ceo della multinazionale britannica Tony Hayward le possibilità di farcela sono “intorno al 60-70 per cento”, come lui stesso aveva indicato in un incontro con i giornalisti martedì in Lousiana.
Al Financial Times, in una intervista esclusiva il presidente della Bp, Carl-Henric Svanberg, si è detto convinto che se tutto andrà come previsto la reputazione della compagnia non verrà alla fine danneggiata più di tanto Ma vista la sua complessità ed il fatto che non sia mai stata realizzata a grande profondità, l’operazione battezzata ‘top kill’ potrebbe ancora slittare di qualche ora se non di qualche giorno. Lo ha indicato da Houston, in Texas, un responsabile della multinazionale britannica in una conferenza stampa telefonica.
“Per quanto riguarda la chiusura del pozzo – ha detto Kent Wells, uno dei vicepresidenti della Bp – la data più vicina è domani ma l’operazione potrebbe essere rinviata”. La ‘top kill’, consiste nel fermare il flusso di greggio, a 1.500 metri di profondità, con un getto di fango ad alta pressione, e quindi sigillare il pozzo con un tappo in cemento.
Per mantenere “il fiato sul collo della Bp” (come aveva detto ieri il segretario all’interno Ken Salazar), il presidente Obama ha deciso di recarsi in Lousiana venerdì. Tenendo comunque conto anche del fatto che sono apparsi i primi sondaggi negativi, in cui si afferma che per il 51% degli americani la gestione della marea nera da parte della Casa Bianca non è stata adeguata.
Intanto non si placano le polemiche, ultima delle quali l’annuncio della Bp (seguito da una parziale retromarcia) che le immagini sottomarine durante l’operazione ‘top kill’ non verranno trasmesse in diretta. Nuove accuse sono state rivolte infine al Mineral Management Service (Mms) Usa, l’ente federale che dà il via libera alle trivellazioni. Non di rado funzionari pubblici dell’ente sono stati invitati a cena e hanno ricevuto regali da responsabili delle compagnie petrolifere: è successo proprio in Lousiana, tra il 2002 ed il 2008.