No alla moratoria di sei mesi per le trivellazioni in acque profonde decisa dal presidente Usa Barack Obama: lo ha stabilito un tribunale americano. La sospensione rientrava nel pacchetto di misure collegate alla fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico.
La decisione è stata presa a New Orleans, in Louisiana, dal giudice distrettuale Martin Feldman. Il giudice ha accolto il ricorso guidato dalla Honbeck Offshore Services, attiva nel campo delle trivellazioni, secondo cui la decisione della Casa Bianca è arbitraria perché nulla dimostra che le trivellazioni ad una profondità superiore ai 500 piedi (oltre 150 metri) siano più pericolose delle altre. Il ricorso ha l’appoggio, anche se implicito, del Governatore, Bobby Jindal, un repubblicano all’opposizione, secondo cui “abbiamo un sacco di incidenti sui ponti, ma non per questo dobbiamo chiuderli”.
La Casa Bianca farà immediatamente appello contro il giudice del Quinto distretto che ha bocciato la moratoria di sei mesi nelle trivellazione in acque profonde. Lo ha indicato il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs, secondo cui “il presidente rimane decisamente convinto che continuare a trivellare a queste profondità senza sapere quello che succede non ha nessun senso e mette in pericolo” i lavoratori del petrolio e l’ambiente nel Golfo del Messico. In Louisiana Obama ed il suo ministro dell’interno Ken Salazar hanno l’appoggio di numerosi politici locali, tra cui i due democratici che contano, la senatrice Mary Landrieu, e il neo sindaco di New Orleans, Mitch Landrieu.
Non la pensa affatto allo stesso modo Jindal, una delle star emergenti del partito repubblicano, che aveva già criticato la Casa Bianca per la lentezza della burocrazia sulla protezione delle coste minacciate dal greggio, chiedendo una maggiore autonomia a livello locale. Jindal, un fautore dell’intervento statale ridotto ai minimi termini, si era però detto contrario sin dall’inizio dell’ inquinamento provocato dal pozzo della Bp, alla moratoria sulle trivellazioni, anche perché per lo Stato della Louisiana significa una riduzione drastica delle entrate fiscali. Il suo discorso è semplice: già soffriamo per pesca e turismo, non aggiungiamoci il petrolio.
L’amministrazione ha in cantiere nuovi requisiti di sicurezza ed il rafforzamento dei controlli. Tra i progetti da bloccare in Alaska, c’erano anche le esplorazioni della Shell Oil previste per questa estate.