Bersaglio: i palazzi, i piani alti degli edifici di abitazione di Kiev. Non una, non due, decine di volte dall’inizio della guerra. Bersaglio: una stazione ferroviaria da cui partono i treni dei profughi civili. Non una, non due, più volte dall’inizio della guerra. Bersaglio: un centro commerciale con dentro la gente, un centro commerciale in una zona molto lontana dalla prima e seconda linea di combattimento. Non un errore di mira, tutt’altro: una strategia. La strategia della cancellazione di tutto ciò che ucraino, popolazione compresa.
I bambini, i ragazzi deportati
Dove arrivano i russi l’Ucraina e gli ucraini devono sparire, sparire in quanto ucraini. Letteralmente. Accade su larga scala qualcosa che non trova definizione adeguata nella scala delle infamie: dove arrivano i russi i bambini e i minori vengono “rifugiati” a forza in Russia. Cento, mille? No, si calcola siano circa duecentomila quelli che hanno subito e stanno subendo questa sorte. Cifra fornita da stime internazionali sulla base di informazioni ucraine, la si dimezzi pure: restano centomila minori deportati in Russia. La misura di una eradicazione sistematica. Questi bambini e ragazzi ucraini andranno a diventare russi, la loro vita continua a condizione smettano di essere ucraini. E’ l’applicazione pratica e programmatica della certezza proclamata da Putin secondo la quale l’Ucraina non esiste. Portando via i bambini ucraini i russi si fanno carico che non esista in futuro. Anche rapendoli in massa i bambini.
Genocidio e silenzi
Di quella ucraina che c’è dove arriva la Russia si occupa sistematicamente di demolirla, raderla al suolo, spianarla. Le case, le strade, i ponti, le fabbriche. Ma questa è la guerra. Il genocidio comincia quando alla popolazione dei territori invasi e occupati si spara come a umani di categoria inferiore, quando la fossa comune da riempire di cadaveri è il segno da lasciare che si è passati di lì, quando definisci “criminali” quelli che combattono contro di te. La Russia di Putin sta conducendo, sta facendo da mesi in Ucraina una campagna militare con l’obiettivo esplicito di cancellare quanto può di ucraino sia sulla faccia della Terra. L’intento genocida è dichiarato, neanche nascosto. E l’Armata dove e come può lo mette in pratica: la sua lista di target ha gli obiettivi civili come obiettivi strategici. Sarà per stupore, sarà per incredulità ma nel nostro dibattito pubblico (alto e basso che sia) la parola genocidio non c’è. C’è la parola pace, c’è la parola trattativa, c’è la parola sanzioni e poi gas e poi armi e poi e poi…Ma ci prende un silenzio alla gola quando dovremmo dire genocidio. Sarà per sgomento, sarà per vertigine…O forse sarà anche per qualcosa d’altro e di peggio.