WASHINGTON, 2 DIC – L'America è in prima fila per salvare l'Euro. Barack Obama sa benissimo che se la moneta comune entrasse in crisi, non solo l'economia europea, ma anche quella americana subirebbe danni gravissimi. Uno scenario apocalittico per i mercati finanziari di tutto il mondo, che a un anno dal voto minerebbe seriamente le chances del presidente di essere rieletto.
Spinto da questa preoccupazione, ma anche determinato a fare fino in fondo la sua parte, Barack Obama ha deciso di inviare il suo titolare del Tesoro, Timothy Geithner in Europa per parlare con i protagonisti di questa fase drammatica. A pochi giorni dal vertice europeo del nove dicembre, il ministro americano vedra' il Presidente francese Nicolas Sarkozy, il presidente del Consiglio Mario Monti, il Presidente della Bce Mario Draghi e il ministro tedesco delle Finanze Wolfang Schaeuble. Si tratta dell'ennesima tappa nell'ambito di quel pressing che l'amministrazione Usa sta da tempo esercitando nei confronti delle cancellerie europee per esortarle a far presto, a porre rimedio in modo rapido con strumenti efficaci alla crisi che rischia di travolgere tutto e tutti. La missione di Geithner arriva dopo la visita ufficiale dei vertici europei a Washington dei giorni scorsi. Accolti con tutti gli onori alla Casa Bianca, il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, e a quello della Commissione Ue, José Manuel Barroso, hanno cercato di rassicurare l'inquilino della Casa Bianca sull'impegno di Bruxelles e delle istituzioni che rappresentano a superare le divisioni di un tempo e fare presto. Obama, in quella sede, ha apprezzato i loro sforzi, ma ha anche lanciato un messaggio molto chiaro: la fiducia nella capacità dell'Europa di risollevarsi dalla crisi non è un assegno in bianco. La Ue deve dimostrare di saper agire con determinazione e anche rapidamente, per evitare il catastrofico scenario dei "default a cascata", o dei 'default multipli'', come li ha definiti l'agenzia Moody's.
La preoccupazione degli Usa è tanta perché – come ha spiegato il presidente – ogni contrazione della crescita europea, ogni difficoltà dell'Europa, per gli Stati Uniti diventa "un enorme problema". Lo spettro della 'double dip recession', di una nuova profonda recessione negli Usa, è sempre dietro l'angolo. Van Rompuy e Barroso, durante il vertice con Obama, hanno cercato di dare maggiori certezze al presidente statunitense, soprattutto sui tempi.
Entro il 9 dicembre – quando i capi di Stato e di governo della Ue si riuniranno a Bruxelles – sarà pronta una vera e propria road map per il salvataggio dell'euro, ha annunciato Van Rompuy. E a chi in America nutre sempre più scetticismo sulla capacità del Vecchio Continente di tirarsi fuori dalle secche della crisi, il presidente della Commissione Ue Barroso ha replicato: "Gli europei sono assolutamente seri" nell'affrontare questa straordinaria emergenza che mette a rischio l'esistenza della stessa Eurozona. Intanto Usa ed Ue – nel comunicato congiunto diffuso alla fine del vertice alla Casa Bianca – hanno rinnovato il proprio impegno a "lavorare insieme per rafforzare la crescita economica, creare nuovi posti di lavoro e assicurare la stabilitrà finanziaria". E anche quello a resistere ad ogni forma di protezionismo per difendersi dalla crisi. La tensione resta comunque alta. L'America sa che i veri interlocutori restano la Francia e la Germania. Non a caso Geithner, oltre Mario Monti e Mario Draghi, vedra' proprio Sarkozy e il ministro tedesco Shaeuble. Lo stesso Obama, salutati Van Rompuy e Barroso, in tutti questi giorni e' rimasto in costante contatto con il 'Merkozy', come e' stato ribattezzato l'asse franco-tedesco. Sono loro i due leader europei che il presidente Obama, volente o nolente, ha oramai scelto come interlocutori privilegiati nella grande crisi dell'euro.
