Nella Striscia di Gaza entra qualche merce in più, forse meno prodotti vietati, ma Israele blocca comunque le persone. L’allentamento dell’embargo del governo Netanyahu non riguardano le persone. A chiarirlo con un documento pubblico, il ministero della Difesa israeliano.
La nota è arrivata dopo le richieste di spiegazioni di una organizzazione umanitaria israeliana, dopo il reiterato rifiuto opposto a una studentessa universitaria palestinese di Gaza che – attraverso Israele – chiedeva di recarsi in Cisgiordania per completare i suoi studi.
La decisione sull’alleggerimento del blocco ”è molto chiara e non include in alcun modo un’estensione dei criteri di uscita (dalla Striscia di Gaza) delle persone”, si legge nella nota, che ribadisce le severe restrizioni in materia in atto da oltre tre anni e le giustifica con perduranti ragioni di sicurezza.
L’attenuazione parziale dell’embargo prevede un maggiore afflusso di beni di consumo nella Striscia, un minor numero di merci vietate e qualche concessione su specifiche forniture di materiale edilizio (finora proibito quasi del tutto, perche’ ritenuto utilizzabile da Hamas anche a scopi militari), purche’ nell’ambito di progetti di ricostruzione supervisionati dall’Onu o da altre agenzie internazionali.
Il provvedimento, varato dal governo Netanyahu sotto la spinta delle pressioni internazionali seguite al sanguinoso blitz del 31 maggio contro la flottiglia di attivisti filopalestinesi, non rimuove neppure il blocco navale, che Israele ritiene necessario per evitare il rischio di forniture di armi a Hamas.