L’ufficio del primo ministro israeliano ha oggi smentito indiscrezioni di fonti di stampa araba secondo cui Benyamin Netanyahu sarebbe pronto a lasciare a un futuro Stato palestinese il 90% dell’attuale superificie della Cisgiordania a coronamento di un eventuale negoziato diretto con il presidente Abu Mazen (Mahmud Abbas). Secondo tali voci, Netanyahu – ammorbidendo la linea tradizionale del suo partito (Likud, di destra) – avrebbe dichiarato agli Usa anche la disponibilità ad avviare un graduale sgombero di 50.000 dei circa 300.000 coloni presenti oggi sul territorio della Cisgiordania. Interpellato per un commento, un portavoce ha tuttavia smentito per ora l’indicazione come ”inaccurata”.
Proprio in queste ore, il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha avuto un colloquio telefonico col premier israeliano incentrato sugli ostacoli che tuttora si frappongono alla ripresa di negoziati diretti con Abu Mazen. Prospettiva che, alla luce di un’ultima missione appena svolta nella regione dall’emissario della Casa Bianca, George Mitchell, resta incerta, appesa alla richiesta palestinese di una formale garanzia internazionale sulla cornice, i temi e la durata del confronto attualmente all’esame del Quartetto (Usa, Russia, Ue, Onu). Richiesta che peraltro si frange contro il rifiuto di Netanyahu di accettare, anche da parte dei mediatori, qualsiasi riferimento preliminare netto ai confini del 1967.