SIERRA MADRE, STATI UNITI – Alan Wood, l’ultimo soldato che ebbe un ruolo nella celebre foto della bandiera americana innalzata a Iwo Jima e’ morto a 90 anni nella sua casa di Sierra Madre, California.
Ventiduenne, da giovane ufficiale di Marina incaricato delle comunicazione di un mezzo da sbarco sulle coste dell’isola il 23 febbraio 1945, Wood procuro’ la bandiera immortalata nel famoso scatto dei sei marines che innalzano il vessillo a stelle e strisce sulla cima del vulcano Suribachi.
Un’immagine iconica del fotografo dell’Associated Press Joe Rosenthal, riprodotta milioni di volte e usata per il monumento di bronzo dedicato ai Marines a Washington, che ha ispirato il libro di James Bradley, il figlio di uno dei militari, The Flags of our Fathers, che poi diede vita all’omonimo film di Clint Eastwood. Rosenthal, che per quella foto vinse il Pulitzer, e’ morto nel 2006 e cosi’, in battaglia o nel dopoguerra, anche gli altri marines protagonisti del suo scatto.
L’immagine del fotografo celebra il momento in cui le truppe Usa, dopo cinque giorni di scontri e quaranta minuti di arrampicata avevano raggiunto la cima del monte. Un marine aveva chiesto a Wood di procurare la bandiera piu’ grande che poteva trovare. Il giovane soldato ne aveva una di poco meno di dieci metri quadrati trovata mesi prima in un magazzino della Marina a Pearl Harbor. Fu quella la bandiera innalzata da cinque marines e un soldato nello scatto fermato dall’obiettivo di Rosenthal. Stephen Wood, il figlio di Alan, ha rievocato il ruolo del padre in quel momento simbolico: ”Si era sempre sentito piccolo piccolo di fronte all’enormita’ del momento”.
Lo stesso Alan aveva rievocato la giornata in cui era diventato protagonista della storia in una lettera del 1945 a un generale dei marines: ”Il fatto che ci fossero uomini tra noi capaci di fronteggiare una situazione come quella di Iwo Jima in cui la vita umana era diventata cosi’ a buon mercato e’ qualcosa che fa sentire umile chi non e’ stato costretto a fronteggiare un simile inferno”.
La conquista del Suribachi fu seguita con trepidazione dai marines rimasti alla base del monte e dai marinai della squadriglia di navi a largo dell’isola. Quando questi videro l’Old Glory sventolare sul vulcano di Iwo Jima ci furono grandi manifestazioni di giubilo pensando che quella importante battaglia fosse stata vinta. Ma non era così. La conquista del primo lembo di terra giapponese costo’ ancora trentatre’ giorni di furiosa lotta e migliaia di morti da entrambe le parti.
Il bilancio dei morti nella più feroce battaglia del Pacifico – Iwo Jima era considerata sacra dal Giappone e sua parte integrante – durata dal 19 febbraio al 26 marzo 1945, è stato di 19 mila giapponesi e 6.800 americani.
