
La maggioranza dei parlamentari iraniani ha firmato oggi una dichiarazione che chiede al governo del presidente Mahmud Ahmadinejad di «ridurre le relazioni» con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea): la richiesta arriva in seguito ad una risoluzione critica del programma nucleare di Teheran approvata venerdì dall’organo esecutivo dell’organismo dell’Onu. Lo riferisce l’agenzia Fars.
La proposta, ha detto Kazem Jalali, portavoce della commissione Esteri e sicurezza nazionale del Parlamento, è stata approvata da 226 deputati su un totale di 290, ma per diventare legge dovrà passare all’esame prima della stessa commissione e poi dell’assemblea plenaria.
Nella dichiarazione i parlamentari affermano che la risoluzione approvata dal Consiglio dei Governatori dell’Aiea nella sua ultima riunione a Vienna, è «politica ed è stata adottata sotto la pressione degli Stati Uniti e della Gran Bretagna».
La risoluzione chiede a Teheran di sospendere immediatamente i lavori per la messa in funzione di un secondo sito per l’arricchimento dell’uranio, quello di Fordo, vicino alla città santa sciita di Qom, la cui esistenza è stata resa nota dalla Repubblica islamica soltanto nel settembre scorso.
Sempre oggi, il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, che in passato è stato capo negoziatore sul programma nucleare del suo Paese, ha affermato che «il sito di Fordo non avrebbe dovuto essere considerato una ragione sufficiente per approvare una tale risoluzione» e ha avvertito che Teheran potrebbe «ridurre seriamente la cooperazione» sia con l’Aiea sia con il gruppo dei 5+1, che comprende Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania.
