Il gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia più la Germania) ha espresso la propria delusione «verso l’Iran per la mancata implementazione dei tre accordi sottoscritti all’incontro di Ginevra del primo ottobre scorso».
È quanto si afferma in una dichiarazione congiunta del gruppo 5+1, letta ai giornalisti a Bruxelles dal direttore generale Robert Cooper, al termine della riunione del gruppo di paesi. Sono tre i motivi della delusione: il primo riguarda, il nuovo sito nucleare di Qom. Nonostante l’Iran abbia consentito all’Aiea (l’Agenzia internazionale sull’energia nucleare) di valutare il sito, il gruppo 5+1 ritiene che «l’Iran avrebbe dovuto dichiararne l’esistenza molto prima e che pertanto non abbia rispettato gli obblighi di salvaguardia». La costruzione del nuovo sito di arricchimento, inoltre, contraddice diverse risoluzioni del consiglio di sicurezza dell’Onu. «Il board dell’Aiea – riferisce la dichiarazione – parlerà di questa questione la prossima settimana».
In secondo luogo, il gruppo 5+1 contesta all’Iran «di non essersi impegnato per un’intensificazione del dialogo e in particolare di non avere accettato un nuovo meeting prima della fine di ottobre per discutere della questione nucleare».
In terzo luogo, «l’Iran non ha risposto positivamente alla proposta di accordo dell’Aiea per la fornitura di energia nucleare per il reattore nucleare di Teheran». «Chiediamo all’Iran di riconsiderare l’opportunità offerta da questo accordo per rispondere ai bisogni umanitari della propria popolazione e di impegnarsi seriamente con noi nel dialogo e nel negoziato», afferma il gruppo 5+1. «Questo resta il nostro principale obiettivo».
I rappresentanti del gruppo (tra gli altri, il sottosegretario Usa William Burns e il vice ministro degli esteri russo Sergey Ryabkov) hanno concordato «di restare in contatto e di prevedere in tempi rapidi un nuovo meeting per completare la valutazione della situazione e decidere i passi futuri». Nonostante la delusione e il forte richiamo a Teheran, il gruppo 5+1 conferma per ora l’approccio “del doppio binario” con l’Iran. «Non abbiamo parlato nello specifico dell’ipotesi sanzioni – ha riferito un alto funzionario Ue – Le sanzioni sono una questione di timing e questo non è il momento giusto».
