Il 2010 comincia con il monito dei talebani e di Al Qaeda al mondo. Il terrorismo non si ferma e insanguina l’Afghanistan con alcuni attacchi mirati concentrati in poche ore.
Anche la Cia ha subìto un duro colpo, avendo confermato che erano suoi dipendenti in servizio i sette americani uccisi ieri in un attentato a Chapman. L’agenzia ha anche reso noto che altri sei americani sono rimasti feriti nell’attacco rivendicato dai Talebani. Il numero di soldati americani uccisi in Afghanistan è raddoppiato nel 2009 rispetto al 2008 e il 2010, se si considerano i massicci rinforzi in arrivo, si preannuncia ancora più a rischio.
Ma i miliziani che fanno capo al mullah Omar hanno anche rivendicato la responsabilità dell‘attentato dinamitardo avvenuto nel sud del Paese e costato la vita a cinque canadesi, quattro soldati e una giornalista “embedded” Michelle Lang del “Calgari Tribune”. «È stato un lavoro nostro», ha spiegato Yusuf Ahmadi, portavoce dei ribelli. I cinque sono morti nell’esplosione di una bomba collocata sul ciglio di una strada che ha fatto saltare in aria il veicolo su cui viaggiavano nella provincia di Kandahar.
Dopo la giornalista canadese, nelle ultime ore sono stati ancora i rappresentanti dei media ad essere presi di mira dagli attacchi: un inviato e un cameraman della tv francese France 3 sono stati rapiti a nord di Kabul. I due si trovavano nella provincia di Kapisa, circa 120 chilometri a nord-est della capitale, e stavano realizzando un servizio per documentare la ricostruzione di una strada. Dopo le prime indiscrezioni, la conferma del rapimento è arrivata dal capo della polizia provinciale, Matiuallah Safi, che ha dichiarato all’agenzia Reuters che «due giornalisti francesi sono stati sequestrati assieme al loro interprete e all’autista da elementi anti-governativi».
Intanto, la notte di Capodanno si avvicina con un allarme terrorismo che si estende anche a Bali, già teatro, negli anni scorsi, di sanguinosi attentati. Un attacco dei fondamentalisti islamici è atteso nell’isola per l’inizio del 2010. Lo ha riferito l’ambasciata statunitense a Giacarta, spiegando di aver ricevuto un’allerta in questo senso.La sede diplomatica americana ha informato i propri dipendenti della minaccia attraverso una e-mail. «Ci sono indicazioni di un attacco per stasera», si legge nel messaggio, in cui si cita un allarme lanciato dal governatore di Bali. Per ora il segnale di pericolo è rientrato, ma il ricordo degli ultimi gravissimi atti di terrorismo in Indonesia è riaffiorato prepotentemente.
Dopo un aggravamento della situazione nelle “zone calde” del globo, Barack Obama deve fare i conti con una guerra al terrore che ancora stenta a portare risultati duraturi. Per questo il presidente Usa si starebbe convincendo a preparare un raid mirato alle basi di Al Qaeda nello Yemen, ma la decisione è destinata a scatenare dure polemiche verso l’amministrazione americana. E lo stesso Obama non potrà nascondere l’imbarazzo di “insanguinare”, dopo poche settimane, il premio Nobel per la pace ritirato a Oslo.