NEW YORK – Dopo esattamente un anno, il presidente americano Barack Obama cambia ancora il suo Capo di Gabinetto. William Daley lascia il testimone a Jack Lew, responsabile del bilancio della Casa Bianca. Lo ha annunciato lo stesso Obama, affermando che Daley gli ha chiesto di “poter passare più tempo con la sua famiglia, in particolare con i suoi nipoti”.
In una breve dichiarazione alla stampa, Obama ha reso omaggio a Daley e ha tessuto le lodi di Lew, sottolineando che “i suoi consigli in campo economico sono stati inestimabili”. Lew, 56 anni, è già stato vice segretario di Stato di Hillary Clinton e anche assistente speciale del presidente Bill Clinton. Ma soprattutto è considerato come un grande conoscitore del Congresso, con stretti rapporti con molti parlamentari che contano, che si sono rivelati particolarmente utili nel corso dei negoziati della scorsa estate sul travagliato accordo per il tetto del debito. Scelta strategica dunque, visto che Bill Daley, aveva esacerbato il dialogo con i repubblicani quando si era tratto di trovare un compromesso per tagliare il disavanzo e dunque frenare la crescita del debito pubblico.
Lew sarà quindi il terzo capo di gabinetto della presidenza Obama. Il primo, Rahm Emanuel, si è dimesso a settembre del 2010, per candidarsi alle elezioni per diventare sindaco di Chicago, che poi ha vinto. Un libro sul dietro le quinte della Casa Bianca in uscita in questi giorni sostiene che Emanuel avesse peraltro avuto dei dissapori con la First Lady.
La decisione di Obama di chiamare Daley a prenderne il posto sorprese però molti. Il Washington Post, all’epoca, commentò così la sua nomina: “La sua visione moderata e le sue credenziali a Wall Street ne fanno una scelta inaspettata per un presidente che si è schierato contro l’irresponsabilità delle aziende”. L’ormai ex capo di gabinetto della Casa Bianca ha infatti un passato da banchiere della JP Morgan e di strette relazioni con mondo dell’alta finanza. Per il New York Times fu una scelta che da un lato era volta ad allentare le tensioni con Wall Street, ma dall’altro era destinata a rendere ancora più difficili per Obama i già tesi rapporti con la sinistra del partito democratico, delusa dalla svolta centrista imboccata dal presidente dopo le disastrose elezioni di metà mandato.
La sua uscita di scena rappresenta un problema per Obama, ma anche un’opportunità. Il ruolo di capo dello staff è molto logorante, e i cambi in corsa non sono rari, soprattutto durante gli anni elettorali. Il presidente degli Stati Uniti ora ha il tempo per ricostruire uno staff coeso attorno al veterano Lew, per la campagna di novembre.
