Alla fine Barack Obama ce l’ha fatta: dopo mesi di complessi negoziati a New York e nelle capitali, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu voterà mercoledì 9 giugno una nuova risoluzione – la quarta dal 2006 – sulle sanzioni all’Iran: secondo il segretario di Stato americano Hillary Clinton si tratta delle misure più dure mai imposte alla repubblica islamica a causa del suo programma nucleare sospettato di avere finalità militari.
La luce verde al voto è arrivata dopo un accordo di massima sulle ‘liste nere’: la risoluzione aggiunge all’elenco di individui e entità sanzionati con il congelamento dei beni e il divieto dei viaggi anche il capo dell’agenzia atomica iraniana Javad Rahiqi e 40 società, tra cui 22 legate ad attività nucleari o balistiche, 15 ai Guardiani della Rivoluzione e tre alla Compagnia Marittima della Repubblica Islamica. Dovrebbero votare a favore 12 paesi, contro o astenuti Libano, Turchia e Brasile.
Negativa già oggi la reazione di Teheran: in caso di sanzioni non ci sarà più alcun negoziato, ha detto il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad a Istanbul per la terza Conferenza sull’interazione e la realizzazione di misure di reciproca fiducia in Asia (Cica) a cui hanno partecipato anche altri due ‘player’ della questione, il premier turco Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin. La risoluzione prende di mira tre obiettivi: l’elite militare dei Guardiani della Rivoluzione, l’industria iraniana delle spedizioni in mare, e alcune sue imprese commerciali tra cui le banche. Anche se l’ambasciatrice americana all’Onu Susan Rice ha detto che la risoluzione avrà “un impatto reale sull’Iran”, nessuno si aspetta che il nuovo round di sanzioni crei sufficiente pressione per indurre Teheran a desistere dal suo programma nucleare.
L’obiettivo dell’amministrazione Obama era quello di mostrare compattezza della comunità internazionale, un aspetto definito “molto significativo” dalla Clinton la quale ha notato come questa sanzioni sono “le più importanti che l’Iran abbia mai affrontato”. Formalmente comunque, ha dichiarato l’ambasciatrice Rice, gli Stati Uniti sperano che le sanzioni possano “persuadere” Teheran “a tornare a negoziare” sul programma nucleare.
La risoluzione – ha detto a Londra il ministro della Difesa americano, Robert Gates – crea ‘ganci’ che permetteranno a singoli stati o organizzazioni come la Ue “vadano oltre” le misure stabilite dal documento. La nuova bozza, ispirata dagli americani, prevede un sistema di vigilanza sulle transazioni con qualsiasi banca iraniana compresa la Banca Centrale. Si estende l’embargo delle armi pesanti, compresi “carri armati” e “sistemi missilistici”, in particolare quelli “che hanno la capacità di trasportare armamenti nucleari”.
A Teheran non sarà più permesso di investire all’estero in una serie di attività sensibili come le miniere di uranio. I cargo iraniani potranno essere ispezionati in mare. Viene creata una commissione di otto esperti per raccogliere informazioni sulle attività atomiche dell’Iran ed entro 90 giorni l’Aiea è chiamata a stilare rapporto per stabilire se “l’Iran ha sospeso completamente le attività di arricchimento”.
Il nuovo testo, nel premettere che “l’Iran non ha sospeso in maniera piena e prolungata le attività relative all’arricchimento” dell’uranio, che può servire per costruire una bomba nucleare, ricorda “l’importanza degli sforzi diplomatici per trovare una soluzione negoziata” e evoca il ruolo giocato nelle ultime settimane da Brasile e Turchia. L’accordo raggiunto con Brasilia e Ankara con cui Teheran si era impegnata a uno scambio di uranio arricchito è “un’occasione irripetibile”, ha detto oggi Ahmadinejad: ‘Speriamo che venga colta, ma ci teniamo a dire che non si ripetera’”.
Il presidente iraniano non ha perso l’occasione per lanciare un monito alla Russia, Paese quest’ultimo fino a poco tempo fa alleato ma con cui Teheran di recente ha alzato i toni: “Dovrebbe fare molta attenzione a non schierarsi con i nemici dell’Iran”. Mosca e soprattutto Pechino, che per mesi avevano frenato sulle sanzioni, nelle ultime settimane avevano trovato un’intesa nel gruppo dei Cinque più Uno (i cinque membri permanenti del Consiglio più la Germania): “Queste sanzioni non devono essere eccessive e non devono mettere la popolazione iraniana in una posizione difficile che potrebbe creare ostacoli sul percorso dell’uso pacifico del nucleare”, ha detto Putin a Istanbul.
Le sanzioni in pillole. Dieci pagine mirate a colpire l’Iran sugli investimenti all’estero, le sue attività marittime e le transazioni bancarie: ecco alcuni stralci della bozza di risoluzione che verrà votata domani all’Onu. Il documento sul tavolo dei Quindici ha ora il codice d’archivio S/2010/283. Se approvato, sarà la risoluzione numero 1929 del Consiglio di Sicurezza.
La premessa: continua l’arricchimento dell’uranio. “L’Iran non ha sospeso in maniera piena e prolungata le attività relative all’arricchimento (dell’uranio, che può servire per costruire una bomba nucleare)”: è quanto si legge nel lungo preambolo del documento, il quale nota anche “con grave preoccupazione il ruolo di elementi dei Guardiani della Rivoluzione islamica (…) in attività di proliferazione nucleare”.
La richiesta: cooperare con l’Aiea per lo stop dell’uranio. La bozza di risoluzione chiede all’Iran di “sospendere tutte le attività legate all’arricchimento di uranio e all’ossido di deuterio (acqua pesante)” così come “attività commerciali di estrazione mineraria in altri Stati”. Teheran “deve cooperare pienamente con l’agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea)”, che ha sede a Vienna.
Embargo di armi e ispezioni in alto mare. Viene vietata la vendita e il trasferimento in Iran di “carri armati, veicoli corazzati da combattimento, sistemi di artiglieria pesante, aerei da combattimenti, elicotteri, incrociatori e sistemi missilistici”, in particolare quelli “che hanno la capacità di trasportare armamenti nucleari”. La bozza autorizza, ma non obbliga, ispezioni di cargo marittimi in alto mare, che provengono o si dirigono verso la repubblica islamica.
Commissione e rapporto entro 90 giorni. Viene creata una commissione di otto esperti, con un mandato iniziale di un anno, per raccogliere informazioni sulle attività atomiche dell’Iran e sulle eventuali violazioni. Entro 90 giorni dall’adozione del documento, inoltre, si chiede all’Aiea di fare rapporto per stabilire se “l’Iran ha sospeso completamente le attività di arricchimento”.
Sanzioni individuali. La risoluzione aggiunge alla lista di individui e entità sanzionati con il congelamento dei beni e il divieto dei viaggi il capo dell’agenzia atomica iraniana Javad Rahiqi e 40 società, tra cui 22 legate ad attività nucleari o balistiche, 15 ai Guardiani della Rivoluzione e tre alla Compagnia Marittima della Repubblica Islamica.
