Il governo cinese, a detta sua, onora i modelli e gli uomini che hanno contribuito all’armonia etnica dei vari gruppi presenti nel paese. Pechino dimentica però lo scandalo dei diritti umani, le guerre intestine tra Han e Uiguri. Il presidente Hu Jintao ha partecipato a una cerimonia con 739 organizzazione e 749 leader a cui sono stati consegnate delle targhe di riconoscimento per l’impegno dimostrato.
La Cina vuole promuovere le relazioni “eque e armoniose” tra le diverse classi linguistiche e sociali disseminate nel territorio della Repubblica popolare. Hu Jintao e gli uomini più potenti del suo entourage hanno ricordato a Beijing i valori dello stato, dell’importanza della collaborazione tra i cittadini.
«Assicureremo al nostro popolo e a tutte le etnie di beneficiare di riforme e sviluppo. Tutta la collettività deve proteggere e preservare l’unità etnica della Cina, la sua stabilità sociale e la sua integrità nazionale. Bisogna farlo consapevolmente», ha affermato il presidente. Il Partito comunista ha promesso grandi manovre per riuscire nell’impresa. Ma agli scontri di Urumqi, nello Xinjiang, dei mesi scorsi non ha fatto riferimento.