Il New York Times e il Vaticano continuano a litigare sulla questione pedofilia. Da un lato il quotidiano americano accusa Papa Ratzinger di aver taciuto sugli abusi in Germani e non si tira indietro citando fonti e documenti, dall’altro la Chiesa rifiuta l’articolo-denuncia e parla di mere speculazioni nei confronti del Pontefice.
L’allora arcivescovo Ratzinger sapeva che padre Peter Hullermann, che con la sua approvazione aveva iniziato una terapia negli anni ’80 dopo vari casi di violenze su bambini, era tornato alla sua attività pastorale. Fino ad oggi, ricorda il New York Times, la responsabilità della decisione di riabilitare il sacerdote tedesco era stata attribuita all’allora vice dell’attuale Papa, il reverendo Gerhard Gruber. Ma il quotidiano parla di una memoria informativa consegnata a Ratzibger sulla situazione di Hullermann.
«L’esistenza del documento è confermata da due fonti ecclesiastiche – riferisce il Nyt – e dimostra che Ratzinger non solo presiedette un incontro il 15 gennaio 1980, con il quale si approvava il trasferimento del prete, ma fu anche informato della nuova dislocazione del sacerdote». Secondo quanto scrive il Nyt chi ha seguito il caso sin dall’inizio, il reverendo Friedrich Fahr, è «sempre rimasto in contatto personalmente ed essenzialmente» con Ratzinger. L’altro prelato citato nell’articolo, il reverendo Lorenz Wolf, vicario dell’arcidiocesi di Monaco, difende il Papa sostenendo che si trattava di «una nota di routine» e che «è improbabile che fosse arrivata sulla scrivania dell’arcivescovo».
Dopo le nuove indiscrezioni pubblicate e la reazione vaticana il New York Times resta fermo sulle proprie posizioni: «Le accuse di abusi nella Chiesa Cattolica sono una cosa seria come il Vaticano ha riconosciuto in molte occasioni e il ruolo che il Papa può avere avuto nella reazione a queste accuse nel corso degli anni è una parte significativa della storia», ha dichiarato la portavoce del New York Times, Diane McNulty.
Il giornale ha reagito alle parole del portavoce vaticano padre Federico Lombardi secondo cui il pezzo di sul ramo tedesco dello scandalo è frutto di «pura speculazione» affermando che «l’articolo è frutto di un meticoloso lavoro giornalistico e di documenti, molti dei quali affissi sul sito web del giornale. Alcuni particolari sono stati confermati dalla Chiesa e finora nessuno ha messo in dubbio i fatti di cui abbiamo scritto».