IL CAIRO – Le rivoluzioni si fanno quando quelli che sono in fondo alla scala non ne possono più dello status quo e quelli che sono in cima non hanno più i mezzi per mantenerlo. Questa era l’esperienza di Vladimir Ilyich Ulyanov, altrimenti noto come Lenin, teorico e rivoluzionario, che della rivoluzione fece una ragione di vita. Ma non sempre i rivoluzionari hanno la capacità di rovesciare i regimi, semplicemente perché i regimi dispongono del potere della forza. Una parte della Primavera araba, una serie di sollevamenti popolari che hanno domandato transizioni democratiche, lo ha scoperto a sue spese. Quando è l’Ordine a vincere sui moti rivoluzionari, si instaura allora la Restaurazione: il consolidamento dei potenti nei rispettivi «troni» per mezzo della violenza, il rafforzamento della repressione, la cooperazione tra stati vicini per impedire fermenti democratici. Una parte del mondo arabo in rivolta sta oggi vivendo o si appresta a vivere la ferocia della Restaurazione.
Anche se ormai ha perduto l’incredibile impeto iniziale, la primavera araba non è ancora terminata, e continua sotto i nostri occhi. Nei suoi primi momenti, l’entusiasmo dei democratici è stato ispirato dai moti tunisini ed egiziani, quando imponenti sommosse popolari, hanno costretto all’esilio od alla dimissione dittatori che regnavano incontrastati sul paese da decenni. In quei frangenti, il passaggio delle consegne è stato in larga parte permesso dalla presenza di apparati militari che hanno «abbandonato» il regime e che hanno preso in custodia le redini della nazione, per lasciarle poi una volta conclusasi la transizione. Questo quadro segue da vicino il modello turco, dove successivamente ai coup militari, nel 1960, nel 1971 e nel 1980, l’esercito ha gradatamente ridato il potere alla rappresentanza parlamentare. In Tunisia ed in Egitto assistiamo a questo tipo di processo: una democrazia espandibile controllata dai militari.
Per i paesi arabi in rivolta una seconda via è quella della repressione o della restaurazione, come è successo in Bahrein ed ancora accade in Siria ed in Yemen. In Bahrein, la monarchia regnante ha schiacciato senza remore la protesta pacifica e tenace della maggioranza sciita del paese. Come in ogni buona propaganda controrivoluzionaria, il potere del piccolo stato del golfo ha provveduto, una volta repressa l’ultima manifestazione di dissenso, ad occultare i simboli ed i nomi della protesta. Piazza della perla, dove per settimane la protesta si è data appuntamento e dove sono caduti i «martiri» della rivoluzione, è stata rasa al suolo. Oggi il suo nome ufficiale è diventato Piazza del Consiglio di Cooperazione del Golfo, in onore delle truppe dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti che hanno contribuito a schiacciare la rivolta. Ogni controrivoluzione ha la sua toponomastica. Place de la liberté à Parigi, dopo il ritorno dei Borbone, fu intitolata a Luigi XVI, il re decapitato.
Esiste infine una terza via alla rivolta, ed è quella che stanno seguendo i paesi del Golfo. Il vento della storia soffia verso la transizione democratica, e le monarchie arabe non vogliono farsi spodestare da quel vento. Si stanno perciò costruendo una rete di mutuo soccorso e di protezione, come quella che ha segnato la fine dei movimenti di protesta in Bahrain. Il Consiglio di Cooperazione del Golfo ha recentemente proposto a due paesi che non si trovano nella Penisola Arabica, la Giordania ed il Marocco, di raggiungere il loro esclusivo club. Così facendo, snobbando dei paesi vicini come lo Yemen o dei paesi importanti, come l’Egitto, cercano un’élite di paesi arabi, composta di monarchie, di economie funzionanti e di regimi autoritari interessati alla loro sopravvivenza. La loro risposta alle istanze democratiche è già da settimane un mix di bastone e carota, di repressione e concessioni in dose omeopatiche. Ma non è detto che sarà sufficiente per eliminare dalle fondamenta le aspirazioni all’autogoverno ed alla libertà dei loro popoli. La cosa più pericolosa per un governo, notava Tocqueville, è quando questo comincia a riformarsi.
