WASHINGTON, STATI UNITI – Tredici pescatori iraniani sono stati salvati dalla portaerei americana Uss John C. Stennis e dal suo gruppo navale che li ha strappati dalle grinfie dei pirati che li tenevano in ostaggio da un mese e mezzo, e che sono poi stati catturati, a quanto ha reso noto il Pentagono. Il tutto e’ avvenuto nelle acque del Mare Arabico, proprio davanti allo strategico Stretto di Hormuz al centro di grandi tensioni alimentate da tempo da Teheran.
Tensioni che hanno subito una nuova impennata proprio tre giorni fa, quando il generale Attaollah Salehi, capo delle forze armate iraniane, ha affermato minacciosamente che ”la nave portaerei americana che ha attraversato lo Stretto di Hormuz e si trova nel mare di Oman non dovrebbe tornare nel Golfo persico”. E aveva aggiunto: ”L’Iran non ha l’abitudine di ripetere i suoi avvertimenti piu’ di una volta”.
La portaerei in questione è proprio la Uss John C. Stennis, che aveva attraversato assieme al suo gruppo navale lo Stretto di Hormuz pochi giorni prima, lasciando temporaneamente le acque del Golfo, dove, nel Bahrein, ha base la Quinta Flotta Usa di cui fa parte. Un minaccioso monito che ha fatto seguito a dieci giorni di manovre militari condotte dalla marina iraniana non a caso proprio davanti allo Stretto, e concluse con l’annuncio di Teheran di aver lanciato ”con successo” due missili da crociera, uno di corta gittata e uno di media, che puo’ arrivare fino a 200 chilometri di distanza.
Washington ha respinto il monito riguardo la portaerei ed ha diffuso la notizia dell’operazione che ha portato al salvataggio dei 13 marinai iraniani. Secondo quanto ha reso noto il Pentagono, un’unita’ aerea decollata dal cacciatorpediniere Uss Kidd di scorta alla portaerei ha individuato una potente imbarcazione dei pirati che deteneva il peschereccio iraniano al Molai, da cui aveva ricevuto anche una richiesta di aiuto.
Sull’operazione che ha portato al salvataggio dei marittimi non sono stati ancora forniti dettagli. E’ stato solo precisato che sono stati catturati una quindicina di pirati, che con ogni probabilita’ sono tutti di nazionalita’ somala, e che i 13 iraniani sono in viaggio verso casa. Un messaggio probabilmente teso ad allentare la tensione con l’Iran, ma che non semba aver funzionato.
Teheran ha infatti risposto con l’ annuncio che le Guardie Rivoluzionarie iraniane terranno a febbraio nuove esercitazioni navali nello Stretto di Hormuz, dove transita circa il 40 per cento del petrolio mondiale trasportato via mare e che le autorita’ politiche e militari iraniane hanno piu’ volte minacciato di chiudere come rappresaglia alle sanzioni imposte alle attivita’ finanziarie iraniane.
L’equipaggio del peschereccio al Molai ha invece mostrato gratitudine. Secondo quanto ha riferito il portavoce del Pentagono, il comandante dell’imbarcazione ha ripetutamente ringraziato la marina americana, affermando che ”senza il suo aiuto, probabilmente sarebbero rimasti per mesi” nelle mani dei pirati.
