Sulla vicenda dei preti pedofili ”l’autorità della Chiesa non à stata sufficientemente vigilante, né sufficientemente veloce e decisa nel prendere le misure necessarie”. Lo ha affermato Benedetto XVI, esprimendo per questo ”grande tristezza”, nel rispondere alle domande dei giornalisti sull’aereo che lo ha condotto nel Regno Unito.
Le ”rivelazioni” sullo scandalo degli abusi ”sono state per me uno shock, sono motivo di grande tristezza” perchè ”e’ difficile da capire come questa perversione del ministero sacerdotale sia stata possibile” ha poi aggiunto il Papa. ”Il sacerdote nel momento dell’ordinazione – ha detto Ratzinger – preparato da anni a questo momento, promette a Cristo di diventare la sua voce, la sua bocca, la sua mano, e di servire con tutta l’esistenza quel buon pastore che ama, aiuta e guida la verita”’. ”Come un uomo che ha fatto e detto queste cose possa poi cadere in questa perversione – si e’ chiesto il pontefice – e’ difficile da capire”.
Gli uomini di chiesa che hanno commesso abusi pedofili, ha detto poi il papa, devono avere ”una giusta pena” e devono essere esclusi ”da ogni possibilita’ di accesso ai giovani”. Parlando di come la chiesa può affrontare lo scandalo pedofilia, il papa ha detto che ”la massima priorità sono le vittime: come possiamo riparare, che cosa possiamo fare per aiutare queste persone a superare il trauma, a ritrovare la vita, a ritrovare la fiducia nel messaggio di Cristo”.
Secondo il pontefice, l’impegno per le vittime deve comprendere anche ”aiuti psicologici e spirituali”. Per quanto riguarda le ”persone colpevoli”, Benedetto XVI ha invocato la ”giusta pena” e l’allontanamento da ogni contatto con i giovani. ”Sappiamo che questa è una malattia – ha sottolineato – e che la libera volontà non funziona. Quindi dobbiamo aiutare queste persone a uno sforzo contro se stessi e escluderle da ogni accesso ai giovani”.
Il papa ha parlato poi della necessita’ della ”prevenzione” nella ”educazione e scelta dei candidati al sacerdozio”, prestando la massima attenzione ”secondo le possibilita’ umane, perche’ questi fatti non si ripetano più.
Durante il volo, come da tradizione, il pontefice ha poi inviato un telegramma al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel testo, Ratzinger definisce quello verso la Gran Bretagna un viaggio in un ”nobile Paese”. Sorvolando la Francia il Papa ha poi rivolto i suoi saluti anche al presidente francese Nicholas Sarkozy e al popolo francese.
Il testo dei messaggio è stato diffuso dalla sala stampa vaticana. ”Nel lasciare il suolo italiano per recarmi nel Regno Unito – afferma il pontefice nel telegramma a Napolitano – mi e’ caro rivolgere a lei signor Presidente il mio deferente saluto e mentre mi accingo ad incontrare Sua Maestà la Regina Elisabetta seconda e le altre autorita’, la comunità cattolica come pure i rappresentanti di altre comunità religiose, specialmente quella anglicana, gli esponenti della società civile e la gente di quel nobile paese”.
”Invoco la benedizione del Signore sull’intera nazione italiana”, ha aggiunto il Papa, e ”in particolare sui responsabili della cosa pubblica chiamati a servire il bene comune”. La partenza era stata preceduta da qualche polemica, enfatizzata da alcuni media inglesi, sulle parole del card. Walter Kasper, ex presidente del Pontificio consiglio per l’unita’ dei cristiani, che aveva definito il Regno Unito, in una intervista ad un settimanale tedesco, un ”Paese del terzo mondo” ”dove regna un ateismo nuovo e aggressivo”.