CITTA' DEL VATICANO, 14 SET – ''La strada perche' questa denuncia vada avanti mi sembra un po' stretta''. Cosi' Cuno Tarfusser, giudice alla Corte Penale internazionale dell'Aja, commenta a ''24 Mattino'' su Radio 24 la richiesta fatta da un'associazione di vittime di preti pedofili di processare il Papa per crimini contro l'umanita'.
''La notizia fa certamente scalpore – ha aggiunto Tarfusser -. Ieri ne ho discusso a lungo coi miei collaboratori, e non posso dare il mio giudizio perche' forse un giorno saro' chiamato a valutare il fatto nella veste di giudice. Posso dire questo: nella figura di crimini contro l'umanita' rispetto ai quali abbiamo giurisdizione e competenza rientrano diversi tipi di condotte, tra cui i delitti a sfondo sessuale. Ma perche' ci possa essere un'incriminazione non basta avere commesso uno o piu' di questi crimini, e' necessario qualcosa in piu', cio' che noi chiamiamo elemento contestuale. Questi fatti devono essere commessi in conseguenza di un attacco alla popolazione civile, devono essere sistematici e molto diffusi e soprattutto dietro a questi fatti ci deve essere una sorta di regia, una politica organizzativa superiore. Dal punto di vista tecnico serve questo, poi ognuno tragga le conclusioni che io non posso trarre per il mio ruolo molto delicato'', sottolinea Tarfusser. La denuncia verra' ora esaminata dal procuratore generale della Corte, lo spagnolo Ocampo: ''Sulla base di cio' che lui decidera' – ha aggiunto Tarfusser – verremmo investiti o no della questione. Ma non ci saranno sviluppi o conseguenze particolari a breve, ci vorra' tempo''. Tarfusser infine ha glissato quando gli è stato chiesto se l'associazione che ha presentato la denuncia abbia voluto solo farsi pubblicita': ''Non lo posso dire – ha commentato -. Ho le mie idee ma me le tengo''.
