Un’intercettazione telefonica di Fabio Arigoni, uno degli uomini legati a Gennaro Mokbel nella presunta maxi truffa da due miliardi di euro, chiama in causa un dirigente di Fastweb. “Ci avete usato così e avete mangiato nello stesso piatto, adesso ci lasciate così, di colpo? Perché, che abbiamo fatto?”: con queste parole Arigoni, si rivolse ad un ”alto funzionario, un grossissimo funzionario” della Fastweb, che aveva ”accento milanese, dell’alta Italia”, al telefono, nel corso di una conversazione, in cui si parlava dei rapporti tra la società di telefonia e la Cmc di Carlo Focarelli, una delle aziende usate per l’operazione di riciclaggio internazionale per la quale nel febbraio scorso sono scattati oltre 50 arresti.
Arigoni ha cominciato a collaborare con gli inquirenti ricostruendo la rete di amicizie e il sistema creato dall’imprenditore campano Gennaro Mokbel e dai suoi uomini. Gli interrogatori resi ai pubblici ministeri il 3 ed il 15 settembre scorso sono stati depositati al tribunale del riesame.
”Per quanto riguarda le società da me costituite in Spagna – ha spiegato Arigoni ai magistrati – ricordo, che nel corso di una riunione cui partecipavamo tutti, io, Mokbel, Di Girolamo Toseroni, Fanella e Berriola, oltre ad altre persone, mi venne chiesto di costituire delle società all’estero che servivano per la triangolazione Iva e per la frode. Se ricordo bene sono stato io che ho scelto di andare in Spagna e lì ho costituito alcune società che servivano per la frode fiscale e che sono state utilizzate per i fatti delittuosi che mi vengono contestati”.
