TUNISI, 17 LUG – E' ''giallo'' su una asserita lettera che Nelson Mandela avrebbe inviato a chi ha sostenuto la rivoluzione in Egitto e Tunisia e nella quale sarebbero contenute ''aperture'' verso una tolleranza piu' ampia nei confronti degli esponenti dei passati regimi. Della lettera, si legge sul sito tunisino Kapitalis, che sospetta possa trattarsi di un falso, ha parlato il giornale egiziano Al Shourouq.
Per il quotidiano, sarebbe stata pubblicata venerdi' su un sito, ''Al-Al Hiwar Moutamadden'', di cui pero' non rende noto il link del relativo articolo. Il sito, secondo Kapitalis, e' gestito da intellettuali laici e liberali iracheni, è disponibile in arabo e in inglese, ma nessuno dei due siti contiene l'articolo attribuito a Mandela sulla situazione politica in Egitto e Tunisia.
Dalla presenta lettera emergerebbe il consiglio del leader sudafricano a cercare il ''recupero'' politico di coloro che hanno avuto parte nei regimi abbattuti, e questo per raggiungere prima possibile un'armonia nazionale di cui i due Paesi hanno disperato bisogno.
Nella ''lettera'' a Mandela viene attribuita anche una frase che suona quasi una assoluzione: ''Instaurare la giustizia è molto più difficile che mettere fine all'ingiustizia, perché la distruzione è un atto negativo, mentre la costruzione è un atto positivo, o, per usare le parole di Hassan Turabi, ripristinare la verità è più facile che confutare la menzogna''.
Sempre secondo il giornale, a Mandela viene messa in bocca un'altra frase che si presta a piu' interpretazioni: i popoli tunisino ed egiziano dovrebbero ricordare che i membri dell' antico regime sono, comunque, dei cittadini dello stesso Paese, ''integrandoli e perdonandoli si offre il migliore regalo al Paese in questa fase''.
Il sospetto che Kapitalis avanza e' che si tratti di un clamoroso falso – attribuito ai servizi segreti egiziani – o, quanto meno, di una strumentale utilizzazione di vecchie prese di posizione di Mandela ''attualizzate'' per allontanare la tensione che si e' tornata a generare a piazza Tahrir.
