La riforma del sistema finanziario statunitense compie un passo decisivo: il Senato americano ha dato il via libera al progetto che ora dovrà essere riconciliato con quello varato dalla Camera in dicembre, prima di approdare sul tavolo del presidente Barack Obama per la firma e l’entrata in vigore.
Le norme approvate rappresentano la più ampia revisione delle regole di Wall Street dalla Grande Depressione e puntano a evitare il ripetersi di crisi come quella del 2008. La riforma é stata approvata con 59 voti a favore, di cui quattro repubblicani, e 39 voti contrari, di cui due democratici, convinti che le norme non fossero ancora sufficientemente stringenti. Il processo di conciliazione della versione uscita dalla Camera e di quella del Senato richiederà probabilmente alcune settimane e sarà ultimato dopo il Memorial Day, che cade il 31 maggio.
Tra le differenze maggiori da superare fra i due testi figura il fondo da 150 miliardi di dollari, finanziato attraverso commissioni che verseranno le banche, e che servirà per far fronte ai costi di liquidazione delle società in fallimento. “Siamo più vicini che mai a una riforma della finanza significativa – afferma il segretario al Tesoro Timothy Geithner – di cui beneficerà ogni famiglia e impresa; migliorerà la competitività dei nostri mercati finanziari e rafforzerà la sicurezza e la solidità del nostro sistema finanziario”.
Per Obama l’approvazione definitiva della riforma di Wall Street sarà un successo così come il disco verde a quella della sanità. Prima del voto definitivo in Senato, Obama aveva già dichiarato vittoria sull’industria finanziaria per l’esito del voto procedurale, che ha sancito la fine del dibattito e spianato la strada al voto finale. “Durante lo scorso anno l’industria finanziaria ha tentato ripetutamente di uccidere la riforma con le lobby e milioni di dollari in pubblicità. Ritengo che oggi sia giusto dire che questi sforzi sono falliti”, ha detto Obama . “La riforma proteggerà i consumatori, la nostra economia e renderà Wall Street responsabile”: “Il nostro obiettivo non è quello di punire le banche ma quello di proteggere l’economia e gli americani dal tipo di turbolenze che abbiamo osservato negli ultimi anni”, ha aggiunto Obama sottolineando che la riforma farà sì che ai contribuenti “non verrà più chiesto di intervenire per gli errori di Wall Street. Il tempo dei salvataggi con fondi pubblici è finito”.
E inoltre – ha constatato Obama – dal momento dell’entrata in vigore delle nuove norme in poi “gli azionisti potranno dire la loro sui compensi degli amministratori delegati e di altri manager”. Ma la riforma non segna “la sconfitta di Wall Street e la vittoria di Main Street. Come abbiamo imparato siamo tutti connessi: quando l’economia prospera tutti vinciamo. Quando il sistema finanziario opera sotto regole solide che assicurano la stabilita, tutti vinciamo”. La proposta approvata dal Senato crea un’autorità per la tutela dei consumatori all’interno della Fed e cerca di assicurare che qualsiasi società, a dispetto della dimensione e della complessità, possa venire liquidata. Per coordinare gli sforzi nell’individuare rischi per il sistema finanziario viene creato un comitato di supervisione per la stabilità finanziaria, composto dal segretario al Tesoro, dal presidente della Fed, dai vertici della Sec e della Fdic, dal direttore della Fhsa e da un membro indipendente nominato dal presidente.
La riforma tocca virtualmente ogni aspetto dell’industria finanziaria: agli hedge fund e alle società di private equity verrà richiesto di registrarsi presso la Sec. Inoltre con limitate eccezioni, i derivati verranno scambiati su piattaforme pubbliche: a chi compra e vende contratti derivati, anche esistenti, sarà richiesto di disporre di collaterali come protezione per eventuali default. Ad alcune delle maggiori banche verrà inoltre richiesto di separare i loro desk di swap, facendoli confluire in società controllate, altrimenti non potranno avere accesso ai prestiti di emergenza della Fed.