ANKARA, 22 NOV – Rompendo l'ultimo indugio finora avuto di fronte a un regime che continua ad uccidere pure i bambini di sei anni ed e' condannato dall'Onu, anche il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha chiesto le dimissioni del presidente siriano Bashar Al Assad accostando la sua figura a quella di dittatori come Hitler e Gheddafi.
La richiesta di dimissioni, che segue quelle di Usa, Ue e varie capitali occidentali, e' l'ultimo acuto in un crescendo di inviti, critiche e ammonimenti venuti da Ankara nei confronti del paese ex alleato con cui la Turchia condivide piu' di 900 chilometri di frontiera. Pur avendo varato prime sanzioni in campo petrolifero e avendone allo studio altre fin da settembre, Erdogan finora aveva evitato di chiedere al suo ex amico e compagno di vacanze Assad di farsi da parte. "Per la salvezza del tuo popolo, del tuo paese e della regione lascia ora il potere", ha detto Erdogan in parlamento ad Ankara. Rivolgendosi idealmente in maniera diretta e percio' drammatica ad Assad, il premier turco ha esortato il leader siriano ad apprendere ''la lezione'' che i popoli hanno impartito ai dittatori che alla fine combattevano contro di loro: ''Guarda la Germania nazista, guarda Hitler, Mussolini, guarda la Romania di Ceausescu''. E ''se non ti basta'', ha aggiunto, ''guarda il leader della Libia'' ucciso solo ''32 giorni fa''.
Secondo capo di un paese dell'area a chiedere le dimissioni di Assad, dopo il re Abdallah di Giordania, il premier turco ha pero' avvertito che questa richiesta non rappresenta un avallo di interventi internazionali in Siria i quali – come ha ricordato il ministro degli Esteri francese, Alain Juppe' – non sono previsti o chiesti da nessuno (oltre che essere osteggiati da Russia e Cina).
Intanto pero', con il voto di paesi occidentali e varie nazione arabe, la Commissione dei diritti umani dell'assemblea generale dell'Onu a larga maggioranza ha condannato la repressione in Siria, una ''persecuzione'' fatta di ''esecuzioni arbitrarie e uso eccessivo della forza''. Insomma barbarie che non si ferma neanche di fronte ai piu' indifesi: e' stata segnalata l'uccisione a nord di Damasco di tre bambini di 6, 10 e 11 anni e di due ragazzini di 13 e 15, quasi tutti a Hula, nei pressi di Homs. Nel denunciarlo, i Comitati di coordinamento locali degli attivisti anti-regime hanno ricordato che da meta' marzo e' stata documentata l'uccisione da parte delle forze lealiste di 285 minorenni, di cui molti bambini. Considerando i quattro giovanissimi, e' di 14 civili uccisi il bilancio provvisorio odierno della repressione che, secondo una datata stima dell'Onu, ha gia' fatto 3.500 morti.
In questo quadro Usa e Italia, in un colloquio telefonico fra il ministro degli Esteri Giulio Terzi ed il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, hanno condannato le stragi perpetrate in Siria dalle milizie di Assad nella convinzione che un regime che massacra il suo stesso popolo è destinato a crollare. C'e' pero' chi sta muovendo a sostegno di Assad: secondo l'Esercito libero siriano (Esl) unitosi ai civili anti-regime, il leader radicale sciita iracheno Moqtada Sadr sta inviando miliziani in Siria.
