BEIRUT, 24 NOV – La Lega Araba ha concesso stasera al regime siriano altre ore preziose per continuare indisturbato la repressione – che secondo attivisti ha causato oggi l'uccisione di almeno 27 persone – rimandando alla riunione di sabato al Cairo ogni decisione per l'imposizione di non meglio precisate sanzioni che, negli intenti dei ministri arabi, non dovranno colpire la popolazione.
Sul terreno, diciotto tra soldati dell'esercito regolare e piloti dell'aeronautica – stando alle rivendicazioni delle opposizioni e dell'Esercito siriano libero (Esl) – sono stati uccisi in due diversi attacchi nella Siria centrale, confermando il deterioramento della situazione nella regione di Homs, principale epicentro della rivolta e della repressione in corso da otto mesi e mezzo. L'agenzia ufficiale Sana riferisce invece di "massicci cortei" di lealisti a Damasco e in altre città del Paese.
In un comunicato emesso dall'ufficio della segreteria generale della Lega Araba al termine della riunione dei ministri, svoltasi in un albergo nella periferia del Cairo a causa della tensione nell'area di piazza Tahrir, i rappresentanti dei 21 Paesi membri (la Siria è sospesa da tre settimane) hanno invitato la delegazione siriana a recarsi al Cairo entro domani alle 13.00 locali (le 12.00 in Italia) per firmare il memorandum per l'invio in Siria della missione di osservatori.
Questi, secondo l'iniziativa inter-araba, saranno incaricati di verificare l'applicazione dei vari punti del piano, formalmente accettato "senza riserve" da Damasco, che prevede tra l'altro la fine delle violenze, il ritiro delle truppe e di ogni altra unità armata dai centri urbani teatro della repressione, la liberazione di tutti i fermati (oltre 14.000 secondo attivisti) dal 15 marzo ad oggi.
Nei giorni scorsi, la Siria aveva inviato segnali ambigui, affermando prima di non aver alcuna riserva circa il memorandum, poi inviando una lettera alla Lega Araba in cui chiedeva sostanziali modifiche al protocollo per la missione degli osservatori. In particolare, in nome del rispetto della propria sovranità, Damasco chiedeva di conoscere in anticipo i luoghi e i tempi delle visite degli osservatori e che tra questi non figurassero ricercatori per i diritti umani ma solo funzionari governativi.
Nel caso in cui entro domani non si dovesse raggiungere l'atteso accordo, sabato i ministri arabi dell'economia si riuniranno al Cairo per valutare quali sanzioni imporre al regime di Damasco.
E mentre il governo libanese, dominato dalla coalizione guidata dal movimento sciita filo-iraniano Hezbollah alleato della Siria, si è detto oggi contrario a ogni misura restrittiva nei confronti di Damasco, dalla Lega Araba è trapelata una lista di possibili sanzioni: dalla sospensione dei collegamenti aerei civili all'interruzione di ogni rapporto con la Banca centrale siriana, fino al congelamento di conti bancari governativi e la cessazione di ogni rapporto finanziario.
Nel comunicato odierno, l'organizzazione inter-araba si è inoltre, per la prima volta, rivolta ufficialmente all'Onu, informandola delle decisioni prese e invitando il Palazzo di Vetro a prendere "misure necessarie" in base alla carta delle Nazioni Unite "per sostenere lo sforzo della Lega Araba di risolvere la complicata situazione in Siria". A tal proposito, domenica prossima i ministri degli esteri arabi si incontreranno di nuovo per fare il punto della situazione. Sul terreno, fonti dell'opposizione hanno riferito dell'uccisione di undici militari governativi e di due disertori a Hula, nei pressi di Homs, in un attacco compiuto dai soldati dell'Esl. Sempre l'Esercito libero ha reso noto che sette piloti sono stati uccisi in un agguato teso da beduini armati della regione desertica di Tadmor (Palmira), lungo la strada che collega il celebre sito archeologico con Homs.
Dal canto loro, i Comitati di coordinamento locali degli attivisti anti-regime hanno diffuso in serata una lista aggiornata e dettagliata di 28 siriani uccisi oggi dalle forze lealiste, quasi tutti caduti nella regione centrale di Homs (Rastan, Tall Kalakh, Qseir e Homs città) e due in quella meridionale di Daraa. Tra loro figura una donna incinta, Naqla al Faysal, e due ragazzi di 15 anni, Hamza Abazid a Daraa (sud) e Muhammad Hamza di Qseir. Secondo la conta del Centro di documentazione delle violazioni in Siria, sono finora morte 4.523 persone, di cui 3.761 civili.
