Taiwan è “parte inalienabile del territorio cinese sin dai tempi antichi”. Lo ribadisce il ministro degli Esteri cinese mentre tutto il mondo, mentre guarda attonito a Kiev, si interroga sulla sorte dell’isola ribelle nel mar della Cina.
Taiwan “parte inalienabile della Cina”
Le rivendicazioni cinesi avranno un seguito militare? Taipei non è Kiev: qui un’aggressione impegnerebbe gli Usa a reagire a eventuali azioni di forza. Cosa che sui confini orientali vale solo per i paesi membri della Nato.
La questione di Taiwan è “il fulcro del Comunicato di Shanghai e il principio della ‘Unica Cina’ è la pietra angolare delle relazioni Cina-Usa”.
Il messaggio del ministro degli Esteri cinese
E’ quanto ha rivendicato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi in un messaggio video ad un evento dedicato ai 50 anni del documento che il 27 febbraio del 1972, nell’ultima sera della storica visita del presidente americano Richard Nixon, gettò le basi della normalizzazione dei rapporti bilaterali.
L’invito agli Stati Uniti è di “riprendere la loro politica razionale nei confronti della Cina e a riportare in carreggiata le relazioni bilaterali, sostenendo il principio della ‘Unica Cina’, ha affermato Wang, nel resoconto dei media cinesi.
I due Paesi, secondo il ministro, dichiararono “congiuntamente nel Comunicato di Shanghai che nessuno dei due dovrebbe cercare l’egemonia nella regione dell’Asia-Pacifico, e questa affermazione rimane rilevante come sempre: la Cina non ha e non cercherà l’egemonia e nemmeno gli Stati Uniti dovrebbero farlo”. Taiwan è stata “una parte inalienabile del territorio cinese sin dai tempi antichi: la storia dice alle persone che seguendo l’andamento dei tempi, i due Paesi possono fare la scelta strategica giusta”, ha proseguito Wang.
Paesi con sistemi sociali diversi “possono raggiungere una convivenza pacifica cercando un terreno comune pur nelle differenze ;e possono costruire veri e propri guardrail per le relazioni Cina-Usa seguendo le norme di base delle relazioni internazionali”.