WASHINGTON – Gli Stati Uniti hanno auspicato che Israele e la Turchia, due loro stretti alleati, cerchino di migliorare le loro relazioni, nonostante la crisi diplomatica di nuovo divampata per la vicenda dell'abbordaggio israeliano di una flottiglia di attivisti filo-palestinesi, in cui nel maggio 2010 rimasero uccisi nove cittadini turchi.
''Gli Stati Uniti sono legati da antica amicizia sia con Israele che con la Turchia'', ha ricordato Victoria Nuland, portavoce del Dipartimento di Stato. ''Siamo dispiaciuti – ha proseguito – che non siano riusciti a giungere a un accordo su misure che avrebbero potuto risolvere le loro divergenze prima della pubblicazione del rapporto''.
''Noi speriamo che (i due Paesi) continuino a cercare il modo di migliorare le loro relazioni di vecchia data e li incoraggeremo in tal senso'', ha detto la Nuland, esprimendo il ''profondo rincrescimento'' degli Usa per ''le vite perdute e le ferite subite'' dai passeggeri della flottiglia.
Ankara ha ieri espulso l'ambasciatore d'Israele e sospeso gli accordi militari con Israele – che rifiuta di scusarsi – dopo la pubblicazione di un rapporto dell'Onu che denuncia l'uso ''eccessivo e irragionevole'' della forza da parte dello Stato ebraico, riconoscendo al contempo la legittimita' del blocco navale alla striscia di Gaza. Washington non ha commentato il rapporto, ma ha reso noto che lo sta studiando.
