I negoziati tra Ucraina e Russia al confine bielorusso si sono conclusi. Russia e Ucraina prevedono però un “secondo round”, riferiscono fonti di Kiev. Le delegazioni stanno ritornando nelle rispettive capitali per consultazioni.
Russia e Ucraina, negoziatore russo Medinsky: “Trovati alcuni punti in comune”
“Abbiamo trovato alcuni punti su cui è possibile trovare un terreno comune”, ha detto il negoziatore russo Vladimir Medinsky citato da Interfax. I negoziati proseguiranno al confine tra Polonia e Bielorussia, fa sapere il Cremlino, citato dalla Tass. Secondo il negoziatore di Mosca, i colloqui si terranno “nei prossimi giorni”.
Sono durati quasi sei ore, in una località segreta al confine tra Ucraina e Bielorussia, i primi colloqui tra le delegazioni di Mosca e Kiev sulla guerra dichiarata dal Cremlino. Tra loro, secondo quanto scritto dal Jerusalem Post, c’era anche Roman Abramovich. La presenza del miliardario russo con passaporto israeliano sarebbe stata chiesta dall’Ucraina. Ma mentre intorno al tavolo allestito dal governo di Minsk si svolgevano le prime schermaglie negoziali, al telefono con il presidente francese Macron, Putin dettava le sue condizioni per far tacere le armi ed arrestare l’avanzata dei carri armati verso Kiev. Ucraina neutrale e riconoscimento della Crimea come territorio russo.
Finlandia fornirà armi all’Ucraina
Anche dalla Finlandia, Paese confinante con la Russia, verranno fornite delle armi all’Ucraina per difendersi dall’aggressione. Si rafforzano così le misure internazionali contro Mosca. Secondo quanto dichiarato dalla premier Sanna Marin, si tratta di una decisione “storica”.
Onu, risoluzione contro l’aggressione dell’Ucraina
Il presidente dell’Assemblea Generale Onu ha chiesto un momento di silenzio e preghiera o meditazione prima dell’inizio degli interventi. Al termine della maratona di discorsi, l’Assemblea tra oggi (lunedì 28 marzo) e domani, dovrebbe votare una risoluzione contro l’aggressione di Mosca dell’Ucraina.
Stati Uniti sospendono attività nella loro ambasciata in Bielorussia
Gli Stati Uniti sospendono l’attività nella loro ambasciata Bielorussia e mettono in guardia gli americani a non viaggiare in Russia e in Bielorussia in seguito “all’attacco non provocato e ingiustificato delle forze militari russe in Ucraina”. A scriverlo è il sito del Dipartimento di Stato, che ha portato l’allerta a ‘livello 4 – Do not Travel’.
Attacchi segnalati su Kiev e Kharkiv
Nel pomeriggio sono stati segnalati attacchi su Kiev e Kharkiv, tutti respinti secondo fonti ucraine. Bombardamenti sono stati segnalati anche nel Donbass, secondo fonti russe. L’esercito russo garantisce che la popolazione può liberamente lasciare Kiev e accusa gli ucraini di usare i civili come scudi umani. Immediata la replica dell’arcivescovo maggiore di Kiev: “Sono loro ad usare gli scudi umani”.
E mentre sale l’allarme sul numero degli uccisi negli scontri – l’Onu parla di 102 civili morti tra cui sette bambini, ma il bilancio reale delle vittime potrebbe essere molto più alto – il presidente ucraino Zelensky annuncia la creazione di una nuova unità denominata “Legione internazionale”con migliaia di richieste da parte di stranieri. Tra loro c’è anche un italiano di 35 anni originario della Campania. Francesco (il nome è di fantasia per mantenere l’anonimato ndr) fa sapere l’Ansa, ha deciso di arruolarsi ed è in attesa dei documenti per partire.
Ucraina prepara la richiesta ufficiale di adesione alla Ue. Ma per Bruxelles “non è in agenda”
L’Ucraina prepara intanto la richiesta ufficiale per l’adesione all’Unione europea. Tema su cui, spiega il presidente del consiglio Ue Charles Michel, finora ci sono state opinioni diverse. E l’Alto rappresentante per gli Esteri Josep Borrell, aggiunge che l’adesione dell’Ucraina all’Ue nell’immediato “non è in agenda”, perché ora è il momento di lottare contro un’aggressione.
Sul fronte economico infine, l’inasprimento delle sanzioni contro Mosca a causa dell’invasione in Ucraina mette sotto pressione i mercati, e si registra il balzo di petrolio e gas. Con la Russia che si appresta a piombare in una crisi economica senza precedenti a causa delle sanzioni.