ROMA – Italia e Gran Bretagna insieme nella lotta al terrorismo. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi e il collega britannico William Hague, in visita a Roma, hanno deciso di dare vita a un Gruppo di lavoro ad Alto Livello per contrastare le minacce comuni. Come quella dei sequestri, che ha visto Roma e Londra ''lavorare a stretto contatto'' per liberare Franco Lamolinara e Christopher McManus rapiti in Nigeria.
O come quella della pirateria, per la quale l'Italia incassa la disponibilita' di Londra a ''dare' tutto l'aiuto possibile'', ha garantito Hague, nella vicenda dei due maro' detenuti in India.
Un caso che, ha ribadito Terzi, puo' rappresentare un pericoloso ''precedente'' per tutte le missioni internazionali che vedono militari di un Paese impegnati all'estero. Motivo per cui la Gran Bretagna ''comprende la necessita' di riportare a casa'' i due militari italiani.
La visita ''importante e gradita'' di Hague a Roma conferma la ''solida amicizia'' tra i due Paesi, ha detto Terzi. Una visita durante la quale Hague ha voluto ''chiaramente riaffermare all'Italia la determinazione britannica a lavorare insieme nella lotta al terrorismo e a intensificarla''.
''Penso – ha aggiunto – che questo aiuterà tutti ad affrontare gli eventuali prossimi casi'', come quello dei due ostaggi uccisi dai loro sequestratori prima che il blitz anglo-nigeriano dell'8 marzo riuscisse a liberarli. Un esito per cui il capo della diplomazia britannica ha espresso il proprio ''profondo rammarico'', ribadendo le condoglianze alla famiglia Lamolinara.
In Italia come in Gran Bretagna ''c'e' molto dispiacere per quello che e' successo: l'operazione di salvataggio non ha avuto successo'', ha spiegato Hague, ma in quel momento intervenire ''era la cosa giusta da fare'', ''la migliore opportunità di salvare quelle vite che si trovavano in una situazione disperatamente difficile''.
E dopo le polemiche delle scorse settimane sul fatto che Londra avviso' Roma solo a operazione ''gia' in corso'', Hague ha assicurato: ''Non e' nelle abitudini del governo britannico non consultarsi in un simile caso" con i Paesi partner, ma questa volta, ha voluto ribadire, si e' trattato di una ''situazione inusuale'' dettata dalla ''velocita' necessaria a prendere le decisioni''.
Da Londra nessun timore dunque che il governo italiano potesse porre il veto all'eventualita' di un blitz, ha assicurato ancora il ministro britannico, perche' i due Paesi ''hanno affrontato questo rapimento con la stessa linea, lo stesso approccio'' a tutela della vita dei due ostaggi.
Un approccio che ''di fatto collima'', ha sottolineato Hague riferendo dei suoi colloqui in mattinata con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e con il premier Mario Monti.
''Non posso nascondere – ha detto dal canto suo Terzi – che eravamo fortemente contrariati dal fatto di non essere stati informati prima che l'operazione fosse lanciata'', ma ''prendiamo atto della situazione molto difficile sul terreno e dei rapidi sviluppi'' che hanno portato Londra ad agire in fretta. Per il capo della Farnesina, Italia e Gran Bretagna condividono infatti ''i valori del rispetto della vita umana e della sicurezza degli ostaggi, che e' un'assoluta necessita' quando si prendono queste decisioni''.
A Roma il ministro inglese ha incontrato anche il presidente del Copasir, Massimo D'Alema: Hague ''ha risposto alle richieste di chiarimento sui rapporti di collaborazione tra gli organi competenti dei rispettivi Paesi dal momento del sequestro fino allo svolgimento dell'operazione militare'', ha detto D'Alema sottolineando l'apprezzamento per ''l'importante segnale di attenzione' verso i familiari di Lamolinara e l'opinione pubblica italiana''.
