TUNISI, 21 OTT – La minaccia di ''ricorrere alla strada'' se non dovesse vincere le elezioni di domenica per l'Assemblea Costituente tunisina – cosa per i suoi vertici assolutamente scontata – sta avendo un effetto boomerang per Ennahdha che, in un sol colpo, e' riuscito, suo malgrado, a ottenere due risultati, entrambi negativi: ricompattare il fronte dei partiti avversari e, quindi, dare corpo a progetti o sogni di grande coalizione che lascino la formazione confessionale lontana dalla stanza dei bottoni.
Le affermazioni del leader di Ennahdha, Rached Gannouchi, sono state una scudisciata inferta alla campagna elettorale, che pure si e' alzata pericolosamente di tono negli ultimi giorni, con nuovi episodi di intolleranza da tutti ricondotti agli attivisti del partito.
Anche ieri a Sfax la marcia a sostegno della liberta' di espressione, ispirata agli stessi principi di quella che, a Tunisi pochi giorni fa, ha portato in strada migliaia di laici e riformisti, e' stata ''macchiata'' da momenti di intolleranza, messi in atto da giovani 'barbuti' che pure erano entrati nel corteo dicendo di essere d'accordo con il tema della manifestazione. Ma avevano poi assunto un atteggiamento sempre piu' sfrontato e irriverente, al limite della provocazione. E c'e' stato anche un ragazzo che si e' infilato tra i manifestanti urlando slogan intrisi di integralismo.
Ennahdha, comunque, va per la sua strada, incurante delle critiche e, dicono i suoi avversari, con l'arroganza di chi sente gia' in tasca la vittoria. Ma questo atteggiamento rischia di incappare in errori clamorosi, come quello accaduto nel seggio istituito in Qatar per il voto dei tunisini residenti in quella porzione del Golfo: qui il presidente e' stato sostituito dalla Commissione che vigila sulla regolarita' delle elezioni, perche' faceva tranquillamento campagna elettorale a favore di Ennahdha.
Ma a mettere un'importante tessera nel mosaico delle reazioni alle argomentazioni di Gannouchi e degli altri dirigenti di Ennahdha e' stato il presidente del consiglio ad interim, Beji Caid Essebsi, che ieri sera ha fatto un discorso alla Nazione.
Una lunga allocuzione nella quale ha rivendicato all'esecutivo provvisorio una serie di successi e di passi avanti, ma che ha avuto il passaggio politico piu' contundente quando ha detto chiaro e tondo che le elezioni si svolgeranno nella regolarita' e nella chiarezza. Una risposta – pur senza farne il nome – ad Ennahdha e alle sue minacce.
Sembra quindi che la politica del mostrare i muscoli, ideologicamente e fisicamente, adottata da Ennhadha stia portando al partito qualche problema in piu'. Anche perche' se e' vero che il frenetico prodigarsi dei suoi attivisti non ha riscontro negli altri partiti, e' altrettanto vero che le sue esibizioni di forza stanno creando piu' che semplici incertezze anche nell'elettorato piu' popolare.
Che, peraltro, ricorda bene come anche sotto la dittatura – che schiacciava le liberta' personali sotto il tallone della paura – ciascuno poteva andare in giro vestito come voleva, a sentire la musica che piu' gli piaceva, a fumare – se donna – per strada senza il timore di trovarsi circondato da giovani 'barbus', intabarrati e pronti a metterti le mani addosso.
