Il premier tunisino Mohamed Ghannouchi ha annunciato che il ministro della Difesa, quelli degli Esteri e quello dell’Interno rimarranno nel nuovo governo. Nel nuovo governo tunisino di transizione ai ministeri chiave restano gli esponenti del vecchio esecutivo: oltre al primo ministro Mohammed Ghannouchi, sono stati confermati i responsabili di Estero (Kamel Morjane) e Interno (Ahmed Friaa), quindi i ministri delle Finanze e della Difesa. Il leader del partito dell’opposizione, Najib Chebbi, entrerà nel nuovo governo come ministro dello Sviluppo regionale. Nel governo entreranno anche altri due membri dell’opposizione, Ahmed Ibrahim e Mustafa Ben Jaafar.
Il primo ministro tunisino Mohammed Ghannouchi, intervistato dall’emittente televisiva Al-Arabiya, che le elezioni politiche si terranno entro sei mesi. In precedenza si era parlato di due mesi.
Nel nuovo governo del dopo Ben Alì c’è anche un ex bloggerm un tempo clandestino: la poltrona di sottosegretariato al ministero per la gioventù e lo sport è andata infatti al trentenne Slim Amamou. ”Benché questa sia una scelta positiva – ha detto la giovane blogger Lina Ben Menni, creatrice del blog ‘atunisiangirl’ – non condivido l’aver messo nel governo tanti esponenti del partito al potere di Ben Ali. Credo che il movimento che gli ha posto fine non potrà riconoscersi in questo governo”. Di diverso avviso Zied el-Heni, quasi il ‘decano’ dei blogger tunisini. ”Da persona che ha sempre sofferto l’esperienza dell’esclusione nel vecchio regime – dice – credo che sia giusto non escludere nessuno, nemmeno gli esponenti del partito di Ben Ali”, contro il quale si è svolta oggi una manifestazione a Tunisi. ”Io sono sempre stato contro il partito di governo, ma dobbiamo dare loro la possibilità di cambiare e fare pulizia – spiega – tutti i tunisini devono lavorare insieme”.
Le aperture. Ma le aperture annunciate da nuovo governo riguardano i detenuti politici e la libertà di informazione: il nuovo governo si impegna a liberare tutti i prigionieri politici, e ha abolito il ministero dell’Informazione, accusato dagli oppositori di reprimere la libertà di stampa nel Paese durante gli anni del regime di Ben Ali. Il premier tunisino Mohammed Ghannouchi ha anche promesso “totale libertà di informazione” nel Paese, e ha annunciato che tutti i partiti politici che lo desiderano saranno legalizzati.
I nomi dei morti negli scontri. Per la prima volta oggi, 17 gennaio, il ministero dell’Interno tunisino ha tenuto una conferenza stampa in cui ha fornito i nomi di morti nei disordini di questi giorni nel Paese e ha dato indicazioni sull’entità dei danni nelle manifestazioni di protesta, che comunque sono ancora in corso. La conferenza stampa è stata trasmessa dalla televisione nazionale dopo l’annuncio della composizione del nuovo ‘governo di unità nazionale’ da parte del primo ministro Mohamed Gannaouchi.
Le critiche dell’opposizione. Lo storico oppositore tunisino Moncef Marzuki ritiene la formazione del nuovo governo in Tunisia una ”pagliacciata”, puntando il dito contro una ”falsa apertura”. Marzouki è intervenuto alla tv francese I-Tele. ”La Tunisia meritava molto di più: 90 morti, quattro settimane di vera rivoluzione, per arrivare a cosa? Un governo che di unione nazionale ha solo il nome, perché in realtà, è composto da membri del partito della dittatura, il Rcd (dell’ex presidente Ben Ali’)”, ha detto Marzuki, storico membro dell’opposizione estera, aggiungendo: ”Penso che il popolo tunisino non accetterà questa specie di pagliacciata”.
Marzuki ha poi spiegato che l’Rcd ”ha mantenuto tutti gli incarichi importanti, fra cui il ministero dell’Interno, che dovrebbe organizzare le prossime elezioni”. Sottolinea inoltre che il nuovo governo è stato aperto a ”soli tre partiti” dell’opposizione che avevano già dei rapporti con la dittatura di Ben Alì. Nella mattina di oggi, 17 gennaio, Marzuki aveva annunciato che si sarebbe candidato alle prossime elezioni presidenziali.
Gli scontri. Intanto anche oggi, 17 gennaio, sono continuatiu gli scontri per le vie del paese. Un civile è stato ucciso nel centro di Biserta da un cecchino, che è stato poi catturato. Lo riferiscono fonti locali, secondo le quali unità dell’esercito sarebbe attualmente impegnate in uno scontro a fuoco con individui asserragliati nella zona del campus universitario. La circolazione stradale è tornata normale.
Il ministro dell’Interno tunisino, Ahmed Friaa, ha riferito oggi, 17 gennaio, che i morti nella rivolta sono stati 78 e 94 i feriti. Nel fornire un bilancio dei danni dei disordini dei giorni scorsi il ministro ha segnalato che sono stati incendiati 46 posti della Guardia nazionale, 85 posti di polizia, 43 banche e 66 spazi commerciali e ha fornito una stima per i danni dell’economia di 1,6 miliardi di euro. Friaa ha inoltre affermato che durante gli eventi sono circolate molte informazioni false.
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