La corte costituzionale ucraina ha cancellato la riforma politica del 2004, maturata sull’onda della rivoluzione arancione filo occidentale, che riduceva i poteri del presidente a vantaggio del parlamento. Lo riferisce l’agenzia Itar-Tass.
Con questa sentenza l’Ucraina torna ad essere una Repubblica presidenziale, come gran parte delle ex repubbliche sovietiche, a partire dalla Russia.
L’attuale presidente Viktor Ianukovich, insediatosi lo scorso febbraio, avrà ora più ampi poteri per realizzare le auspicate riforme. I giudici hanno ritenuto incostituzionale la legge che nel 2004 aveva trasferito importanti poteri dal presidente al Parlamento, tra cui la facoltà di nominare il premier e gran parte dei ministri.
All’epoca, Ianukovich aveva sostenuto la legge per indebolire il suo rivale Viktor Iushenko, eletto sullo scranno più alto dopo le proteste della rivoluzione arancione e l’annullamento per brogli della nomina dello stesso Ianukovich.
Il nuovo assetto politico-costituzionale costrinse in effetti Iushenko, nei suoi cinque anni di mandato, ad un perenne conflitto con il Parlamento e con la sua ex alleata, la premier Iulia Timoshenko. Una paralisi che ha contribuito alla sonora sconfitta di Iushenko alle ultime elezioni presidenziali.
Alla sentenza della corte costituzionale ha replicato con durezza l’opposizione: per l’ex premier Iulia Timoshenko è ”l’inizio del Gkcp (il comitato straordinario dei golpisti russi del 1991) ucraino”.
”Nel Paese è avvenuto un colpe di Stato”, le ha fatto eco Serghiei Sobolev, premier del governo ombra creato dall’opposizione, che ora chiede elezioni parlamentari e presidenziali anticipate: secondo il blocco della Timoshenko, infatti, Parlamento, presidente e pure governo sono stati eletti sulla base della legge dichiarata incostituzionale oggi.
Oggi il presidente Ianukovich ha ribadito poi da Yalta la volontà di integrazione europea ma ha sostenuto che Bruxelles non è pronta e che quindi Kiev definirà da sola la propria agenda in funzione dei propri interessi nazionali.
”L’Ucraina non ha alternativa alla sua scelta europea, ma dato che la Ue non è pronta a discutere l’adesione dell’ Ucraina, determineremo da soli l’agenda e il modo di far avanzare la nostra integrazione, in funzione dei nostri interessi nazionali”, ha dichiarato Ianukovich.
Il presidente ucraino, arrivato al potere lo scorso febbraio, aveva promesso equidistanza tra Russia e Ue, anche se nei fatti la sua politica finora è stata molto più orientata verso Mosca.
Bruxelles, tuttavia, continua a frenare sulla prospettiva di adesione di Kiev alla Ue, anche nell’accordo di associazione che sta negoziando con questa grande ex repubblica sovietica di 47 milioni di abitanti.