WASHINGTON, 21 FEB – Nessuno crede che alla fine Rick Santorum sara' lo sfidante di Barack Obama per la Casa Bianca. Tranne Rupert Murdoch. A sette giorni dalle primarie del Michigan, che potrebbero stravolgere la lotta per la nomination repubblicana, il magnate anglo-australiano si rifa' vivo e ribadisce di fare il tifo per l'ex senatore della Pennsylvania.
Cosi' come accadde pochi giorni prima del Caucus in Iowa, Murdoch, sempre su twitter, interviene nella campagna elettorale americana giunta a un bivio quanto mai significativo.
''Sulla distanza – cinguetta il patron di Newscorp – Santorum sta andando benissimo. Con i valori che realmente contano in America e non sono sbeffeggiati come in alcune parti d'Europa. Vinci in Michigan e la partita e' finita''. Insomma, pronostico secco. In Iowa, lo scorso tre gennaio, Murdoch gli porto' fortuna. E chissa' se stavolta capitera' la stessa cosa.
Quello che e' certo e' che, al momento, i sondaggi sono concordi nel rappresentare le elezioni in Michigan combattute come non mai. Uno dei blog politici del New York Times, il Five Thirty Eight ha elaborato un sorta di media tra tutti i dati delle maggiori organizzazioni di stima del consenso dalla quale e'emerso che Rock Santorum e' al 35,5% e Mitt Romney al 35,4%. Staccati, e senza alcuna speranza di recupero, Ron Paul il libertario con il 13,3% e Newt Gingrich, l'ex speaker della Camera con l'11,6%.
Domani sera, l'ultimo duello in diretta tv sulla Cnn. Sarà probabilmente l'ultima occasione per Mitt Romney di recuperare consensi e dimostrare di essere ancora il vero unico candidato da battere. Sinora l'establishment del partito repubblicano lo ha difeso, lo ha protetto, considerandolo ''il predestinato''. Ora pero' tocca a lui fare la sua parte, aggredendo 'Santo', come i media hanno ribattezzato Santorum, questo avvocato italoamericano, cattolicissimo ultra-conservatore, nemico giurato dell'aborto, dei gay e della contraccezione.
L'ex governatore del Massachusetts sa bene che e' costretto a vincere a casa sua, in Michigan, lo Stato dove suo padre fu eletto governatore, e lui stesso e' nato e crasciuto. In caso contrario, gia' si parla di una discesa in campo di un 'terzo uomo'.
I nomi che girano sono sempre gli stessi, Mitch Daniels, Jeb Bush e Chris Christie. Il tempo stringe, creare dal nulla staff elettorali vincenti non e' facile per nessuno. E tutto sembra andare per il verso giusto per Obama, con una borsa che per la prima volta dal lontano 2008 sfonda quota simbolicamente i 13.000 punti e i sondaggi che tornano a sorridergli. Ma come insegnano questi imprevedibili mesi di lotta interna al Grand Old Party, come viene chiamato il partito repubblicano, da qui al 6 novembre 2012, il giorno delle presidenziali, tutto ancora puo' cambiare.