NEW YORK – Mitt Romney conquista lo Stato di Washington e rafforza la sua posizione nell'ambito delle primarie repubblicane. Ma la battaglia tra i candidati del Grand Old Party sembra destinata a durare ancora molto a lungo. E l'attesissimo 'Supertuesday – dove si votera' in dieci Stati, con in palio oltre 400 delegati – potrebbe stavolta non essere decisivo, come spesso accade.
Tra il piu' moderato ex governatore del Massachusetts – che all'inizio della campagna elettorale era considerato il predestinato per la nomination – e l'ultraconservatore Rick Santorum – vera sorpresa di queste primarie – e' sempre testa a testa. Negli ultimi sondaggi, i due sarebbero alla pari in Ohio (32 a 32), uno degli Stati piu' importanti in cui si votera' martedi' prossimo, con 66 delegati in palio.
Mentre in Georgia, lo Stato che nel supermartredi' assegna piu' delegati (76), il favorito dovrebbe essere l'ex speaker della Camera Newt Gingrich, che pero' – visti gli ultimi deludenti risultati – sembra oramai fuori gioco per quel che riguarda la corsa alla nomination presdidenziale. I suoi voti, comunque, saranno importantissimi: nel caso di un suo ritiro, potrebbero andare in gran parte a Santorum, rendendo la vita di Romney ancor piu' difficile.
Insomma, la situazione in campo repubblicano e' tutt'altro che definita. E la prolungata lotta intestina, condotta a furia di colpi proibiti, rischia di indebolire sempre di piu' colui che sfidera' Barack Obama – sia esso Romney o Santorum – in vista dell'Election day del 6 novembre.
L'establishment del Grand Old Party – pur deluso dalla prestazione di Romney, che ha molto probabilmente fallito la conquista della nomination in questa prima fase della campagna elettorale – continua a sostenerlo, considerandolo il male minore.
Spaventa, invece, l'eventuale affermazione dell'ultraconservatore Santorum, ''il bigotto'' come lo chiamano i suoi detrattori, colui che porta avanti posizioni estreme contro l'aborto, la contraccezione e i matrimoni gay, e che anche per questo ha scarsissime chance di battere l'attuale presidente degli Stati Uniti. Ma proprio l'affermazione di Santorum potrebbe essere salutare per il partito repubblicano, in questa fase incapace di esprimere un vero leader.
La provocazione e' del New York Times, che in un'analisi spiega: ''I repubblicani devono scegliere Rick Santorum come candidato alla nomination, perche' la sua successiva batosta contro Obama spingera' il partito a riposizionarsi su posizioni di centro piu' moderate''', senza lasciarsi condizionare dalle pulsioni piu' conservatrici che animano gran parte della base, vedi i Tea Party.
Per il prestigioso quotidiano newyorkese, dunque, solo Santorum e il suo fallimento nelle elezioni presidenziali offrono la possibilita' di un rinnovamento per il Grand Old Party. Un rinnovamento che potrebbe essere guidato dai nomi nuovi e in ascesa del partito repubblicano, dal governatore del New Jersey Chris Christie al senatore della Florida, Marco Rubio.
Oltre ad Ohio e Georgia, martedi' si votera' in Alaska, Idaho, Massachusetts, North Dakota, Oklahoma, Tennessee, Vermont e Virginia. Per conquistare la nomination presidenziale al termine delle primarie, servira' aver conquistato almeno 1.144 delegati.
