WASHINGTON, STATI UNITI – Il governo del presidente americano Ronald Reagan (1981-1989) sapeva che durante la passata dittatura argentina (1976-1983) era in atto un ”piano organizzato” per l’appropriazione, in sostanza il rapimento, dei figli dei ”desaparecidos” rinchiusi nelle carceri clandestine del Paese.
Lo ha confermato Elliot Abrams, il sottosegretario americano per i diritti umani dell’epoca, in una testimonianza, rilasciata per teleconferenza dalla sede del consolato argetino di Washington, nell’ambito di un processo in corso a Buenos Aires contro l’ex dittatore Jorge Rafael Videla (1976-1981) ed altri militari in cui si indaga appunto tale tragico aspetto del regime.
”Eravamo a conoscenza che in quelli anni i bambini sottratti venivano dati a famiglie leali al regime quando i veri genitori erano in carcere o erano stati uccisi”, ha precisato l’ex alto funzionario, affermando che lui stesso aveva suggerito ai generali che la Chiesa ”poteva aiutare a risolvere tale terribile problema”.
Abrams ha anche assicurato che, in quel periodo, ”vi erano altre dittature militari nel continente, ma non ricordo altri casi di sottrazione di bambini, come stava avvenendo in Argentina”. Nell’ambito del processo in cui vengono affrontati 34 casi di neonati o bambini sottratti ai ”desaparecidos”, oltre a Videla siede sul banco degli imputati anche l’ultimo dittatore, l’ex-generale Reynaldo Benito Bignone (1982-1983).
Secondo le Nonne di Plaza de Mayo sono stati almeno 500 i bambini appropriati e per i quali venne cambiata la loro identita’, 105 dei quali sono gia’ stati recuperati dall’associazione, l’ultimo di essi, una ragazza, lo scorso settembre.
